Lazio

[Roma] Opuscolo Ddl Pillon: sulla famiglia e sul divorzio

L’ultimo disegno di legge in tema di famiglia e divorzio si pone in assoluta continuità con la linea del governo di riduzione dei diritti civili e di attacco alle fasce più povere della popolazione.
Il ddl Pillon, infatti, con obiettivi apparentemente giusti, ostacola di fatto la separazione ed il divorzio quando sono presenti figli o figlie minorenni.
Il disegno di legge ha come obiettivo il raggiungimento della cosiddetta “bigenitorialità perfetta” per la quale ciascun genitore si dovrebbe occupare in parte uguale del figlio o della figlia in caso di divorzio. Nonostante in Italia oltre l’80% degli affidi sia condiviso, la bigenitorialita appare non garantita e si rischia che i bambini e le bambine siano vittime della cosiddetta “sindrome da alienazione parentale”. Questa sindrome sarebbe dovuta al lavaggio del cervello dei bambini e delle bambine da parte di uno dei genitori ma non è mai stata comprovata scientificamente.
E’ un disegno di legge che immagina un’ideale di perfezione per la famiglia basandosi su un’idea distorta di parità. Una parità che si tenta di raggiungere soltanto nel momento in cui la famiglia va in crisi. Nessuna proposta di parificare le responsabilità familiari quando la famiglia è ancora in piedi, ad esempio con l’aumento nel numero dei congedi parentali anche per i padri. Una parità che obbliga a mettere le condizioni economiche al centro del rapporto tra i genitori e i figli, trattando il bambino o la bambine come una merce di scambio. Questo alimenta le tensioni in famiglia, dove aumenta il peso delle diseguaglianze e delle discriminazioni, fomentando le lotte tra sessi e le guerre tra poveri.
Per risolvere alienazioni inesistenti si finisce per rinforzare quelle reali, che troppo spesso portano a violenze e tragedie. Si indebolisce ulteriormente la posizione di chi all’interno della famiglia ha deciso di dedicarsi al lavoro di cura, nella gran parte dei casi la donna, e che per vari motivi vuole separarsi. Senza l’assegno di mantenimento per il coniuge che sia indigente e con la necessità di pagare un affitto in caso di proprietà condivisa della casa, il divorzio pare impossibile per moltissime famiglie monoreddito.
Con questa legge il divorzio potrebbe tornare ad essere un marchio d’infamia per le donne. Sotto la veste della giustizia e della razionalizzazione resta l’ombra della sottomissione.
Contro due diseguaglianze congiunte, servono numerosi sostegni congiunti. Non accettiamo questa idea distorta di parità tra le diseguaglianze, vogliamo lottare invece per un’equità tra le differenze. Perché siamo tutti e tutte diverse nel nostro rapporto con la famiglia, per condizioni economiche, per genere, per orientamento sessuale, per scelte di vita, e altro ancora. Ma nelle differenze ci alleiamo e possiamo resistere a chi ci costringe a progettare e vivere la vita e la famiglia in modo ingiusto e conformista.
Alleiamoci insieme e non lasciamo passare questo disegno di legge.

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