In questi anni abbiamo visto tanti nostri coetanei accumulare tanta rabbia e frustrazione, ma anche tanta voglia di riscatto.
Questo uno degli interventi più belli dell’assemblea di ieri e che vogliamo condividere anche con chi non c’era. Come abbiamo detto più volte queste elezioni devono essere un’occasione, ma non l’occasione di piazzare qualcuno, di trovare un posticino anche noi in quel circo di affaristi e di gente in cerca di notorietà che è diventata la politica.
L’occasione di dire chiaramente chi sono i colpevoli, quali sono le soluzioni per risolvere i problemi che viviamo tutti sulla nostra pelle, l’occasione di smascherare quel circo. A farlo è un giovane come noi, che come noi si impegna, fa politica dal basso provando a risolvere concretamente i problemi delle persone. In questi anni abbiamo visto tanti nostri coetanei accumulare tanta rabbia e frustrazione, ma anche tanta voglia di riscatto.
Noi sentiamo che questa è l’occasione per dire la nostra, e forse per fare un passo avanti per cambiare una realtà che non ci piace proprio. Speriamo di farlo insieme a loro. Andiamo a ribaltare questo tavolo!
L’assemblea Roma per la costruzione di una nuova lista elettorale si è tenuta in uno dei tanti posti occupati, edifici strappati all’abbandono e al degrado a cui è stata data una seconda vita. Un’occupazione abitativa a rischio di sgombero in cui la maggior parte delle persone non può votare.
Lo hanno ricordato molti interventi, questa campagna elettorale sarà infatti uno strumento per dare voce a chi non ha voce, per restituire la politica ai legittimi proprietari, ossia alle persone, affinché riescano a risolvere i loro problemi reali, come il lavoro e la casa.
Le parole di Paolo, esponente dei Blocchi Precari Metropolitani, le vogliamo allora prendere sul serio: “questa campagna elettorale deve essere un’arma in mano agli elementi più avanzati del nostro popolo perché incoraggino e rafforzino il popolo tutto. Vogliamo sia un megafono di tutto ciò che si muove per cambiare in meglio questo paese, essere la voce dell’Italia solidale, dell’Italia che lotta ma anche la voce dell’Italia dei non italiani, di chi in questo momento viene usato come capro espiatorio da destra e da sinistra ma che spesso ci troviamo al nostro fianco nelle lotte.
Come ha detto un attivista dell’ASIA USB, pensiamo che “partecipare alle elezioni voglia dire sedersi ad un tavolo dove ci sono delle regole già ben definite, dove i peggiori infami di questo Stato banchettano nel gioco elettorale. Se partecipiamo a questo tavolo dobbiamo partecipare al tavolo per ribaltarlo, per rovesciarlo” e così vogliamo che questa sia anche la campagna elettorale di chi non vota, ma che vuole parlare.
E’ un’impresa difficile, lo sappiamo. Sappiamo anche però di non avere niente da perdere.
Se riusciremo a radicarci nei territori, se non ci faremo travolgere dall’ansia del risultato, se chi è sfruttato e oppresso tornerà a pensare alla politica come alla sua arma, allora avremo già vinto.