Mobilitiamoci contro chi vuole trasformare i nostri quartieri in zona di guerra. No al Pentagono nel parco archeologico di Centocelle.
Soffiano venti di guerra nel mondo. Dal Medio Oriente all’Europa senza contare i conflitti mai raccontati che insanguinano l’Africa. Ogni giorno migliaia di innocenti muoiono sotto le bombe senza nessun’altra ragione se non quella di preservare gli interessi economici di una piccola minoranza di ricchi.
Le idee di giustizia, libertà e democrazia rimangono parole vuote con cui la politica abbellisce le stragi. L’Italia, membro attivo della alleanza NATO, partecipa ad oggi in 32 missioni militari internazionali in 22 paesi, in spregio all’articolo 11 della costituzione che recita “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa della libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali” e ai principi sanciti dalle convenzioni ONU.
Mentre per le pensioni, i servizi pubblici e le misure contro la povertà ci viene detto che non ci sono i soldi, ogni anni lItalia spreca circa 800 milioni di euro l’anno per le “missioni” militari all’estero e per il riarmo, circa 500 milioni di euro all’anno per la diaria dei 50 mila soldati di stanza nelle basi militari Usa e Nato, 80 milioni di euro al giorno per le spese militari generali.
I fondi stanziati al ministero della Difesa e per l“acquisto di nuovi armamenti sono stati 25 miliardi nel 2018. Dal 2006 le spese militari sono aumentate del 25%, mentre alla popolazione di questo paese si chiedeva di stringere la cinghia per far fronte alla crisi.
Per adeguare il nostro paese alle incalzanti richieste di protagonismo militare aggressivo da parte degli alleati atlantici il ministero della difesa targato Roberta Pinotti nel suo Libro Bianco ha ridisegnato il ruolo delle forze armate come forza di difesa degli interessi nazionali anche oltreconfine, giustificando attraverso questa formula la partecipazione italiana nelle missioni di guerra.
Per far si che questo piano giunga alla sua fase successiva d’accordo con il comune e i municipi si è dato il via all’iter per la costruzione di una enorme installazione militare nel parco archeologico di Centocelle: il cosiddetto “Pentagono italiano”, con lo scopo dichiarato di trasformarlo in un centro di coordinamento interforze per gli interventi all’estero. Con quest’opera il parco diventerà sempre più inaccessibile e militarizzato e dalle poche informazioni a riguardo non è possibile sapere che tipo di sistemi operativi verranno installati nel perimetro, ne se vi siano possibili rischi per la salute in una zona già tristemente nota per essere stata utilizzata come discarica di materiale tossico.
Ci appelliamo:
– a tutte e a tutti coloro credano che non si possa trasformare un territorio compreso in 3 municipi tra più popolosi di Roma in una infrastruttura della guerra;
– a tutti e a tutte coloro che credono che un futuro di pace passi in primo luogo dal risolvere i bisogni primari delle persone e che ad essi devono essere destinati i fondi ora utilizzati per seminare morte nel mondo;
– a tutti e a tutte coloro che invece di una zona militare vorrebbero vivere il polmone verde più importante di Roma Est, bonificato dall’inquinamento e libero dalla speculazione.
Perché il parco sia al servizio dei cittadini e non della guerra, manifestiamo il 2 giugno ore 15.00 Piazza dei Consoli (Metro A – Numidio Quadrato)