La guerra non è uguale per tutti.
Scappare dalla guerra non è uguale per tutti.
E così succede che da giorni, alla frontiera ucraina, le donne e gli uomini semplicemente non bianchi, di diverse nazionalità, che provano ad andare via dalle città assediate siano trattenuti.
“Prima gli ucraini”, hanno detto ad alcuni. Ma la verità è che avrebbero dovuto dire “prima gli ucraini bianchi”. In Polonia, alla frontiera, ci sono stati addirittura insulti, aggressioni, alcune capitanate da squadracce dell’estrema destra locale.
Che cosa misera, questa Europa che è pronta a fare la guerra, ogni minuto che passa di più, e chiude le porte a chi non vuole morire ammazzato.
E non parliamo solo delle e degli ucraini in fuga, per i quali – in maniera sacrosanta! – i paesi UE applicano la direttiva 55 del 2001, una direttiva che garantisce la protezione temporanea agevolando le procedure burocratiche. La direttiva 55 non è mai stata applicata, il Parlamento Europeo era pronto a cancellarla.
Perchè? Non certo per “mancanza” di guerre.
Dal 2001 milioni di persone, da ogni parte del mondo, sono finite in Europa nel tentativo di salvarsi la pelle: Siria, Afghanistan, Iraq, il medioriente e tantissimi stati africani sono scenari di conflitti militari.
Chiunque cerchi riparo e ristoro da guerre, miseria, catastrofi climatiche, è nostro amico. Va accolto, non perchè è bianco, non perchè “europeo”, non perchè è cristiano. Ma perchè è un uomo e merita rispetto.