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Restiamo Umani, l’omicidio di Idy Diene

Ieri è stata una giornata molto dura, in molti ci avete chiesto cosa pensassimo dell’omicidio di Idy Diene, venditore ambulante, 54 anni. Ci siamo presi un giorno per capire, abbiamo preferito ascoltare i diretti interessati. A leggere i giornali, quello di Idy non è apparentemente un omicidio a sfondo razziale: l’autore di questo gesto scellerato, Roberto Pirrone, non era direttamente collegabile agli ambienti dell’estrema destra o del neofascismo, come fu per Casseri. In realtà non è così.

Quello che ha fatto Pirrone è un segno dei nostri tempi assurdi: assurdo il fatto che un pensionato decida di farla finita perché strozzato dai debiti, ancora più assurdo il fatto che Pirrone sia uscito di casa ed abbia deciso di uccidere, di “usare” un’altra persona, guarda caso un immigrato solitario, l’emblema di un umano che vale meno degli altri umani, per finire in galera a vita. Conosciamo la città, Pirrone ha incrociato sicuramente altre persone nel tragitto da casa sua al ponte Vespucci, eppure ha deciso di sparare addosso a Idy, una persona dalla pelle nera, forse perchè nella sua testa valeva meno degli altri.

Quello che ha fatto Pirrone è il frutto di un disorientamento che affligge oggi più che mai le classi popolari, sempre più povere nonostante si viva nel paese con la ricchezza privata più grande d’Europa, strozzate da una diseguaglianza mostruosa che però, guarda caso, non è stata affatto tematizzata durante questa campagna elettorale.

Sì perché se la pensione non ti basta per campare non sei un oppresso, ma uno sfigato, è colpa tua, oppure è colpa di chi sta peggio di te, ossia di chi viene da fuori, dello straniero che sta invadendo la nostra terra, falsamente rappresentata come un luogo afflitto da scarsità di risorse. Ecco il cortocircuito, e come sempre qualcuno ha unito i fili: non solo la destra, non solo Lega di Salvini, che entra anche a Firenze con 11,6% dei voti, ma anche le altre due “destre”, quella del M5s e quella del Pd, che hanno scientemente deciso di puntare la loro campagna elettorale sull’odio per racimolare qualche consenso in più.

Bisogna allora comprendere la rabbia della comunità senegalese. L’omicidio è avvenuto prima delle 12:00, sarebbe bastata un po’ di umanità da parte di Nardella, e invece nulla, dopo cinque ore e mezza nessun segnale da parte sua, non si è smosso da Palazzo Vecchio. Un lassismo che ha fatto infuriare chi si aspettava comprensione, e che ha visto esplodere la tensione accumulata tutto il giorno per questa morte assurda, la terza ormai: a farne le spese due fioriere, qualche scooter gettato di lato e le transenne dei cantieri della tramvia. Poca roba, ma abbastanza da far infuriare Nardella che su fb attacca “i violenti” e parla di devastazione. Come durante la mattinata, nessun tentativo di comprensione, solo l’ennesima riprova della pochezza morale e politica del sindaco di Firenze e di questo Pd.

Che dire. La comunità senegalese ha lanciato un presidio per questo pomeriggio al Ponte Vespucci, ore 15:00 e un corteo sabato 10. In questo clima di odio è urgente ricostruire legami di solidarietà, indicare i veri responsabili dell’impoverimento progressivo della popolazione, far sentire la nostra vicinanza ad una comunità colpita ancora una volta, in maniera assurda, a colpi di pistola.
Noi ci saremo, #restiamoumani

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