Si estendono la solidarietà di classe e le adesioni allo stato di agitazione indetto dal Si Cobas Lavoratori Autorganizzati contro la decisione unilaterale dell’azienda di ridurre il personale dello stabilimento di Peschiera Borromeo, in provincia di Milano. I 50 dipendenti a rischio di licenziamento lavoravano da anni in regime di Jobs Act, ovvero con contratti a tempo determinato, l’ultimo dei quali avrebbe dovuto essere rinnovato nel mese di maggio. Costretti a lavorare anche in tempo di Coronavirus, questi operai si trovano, oltre al torto, anche la beffa: dopo aver rischiato il contagio, rischiano il posto di lavoro e restano senza tutele.
Dopo l’entrata in sciopero nella giornata del 6 maggio dello stabilimento di Peschiera Borromeo, oggi 7 maggio bloccati anche gli stabilimenti di Teverola e Casoria. Nel frattempo sono ferme anche Piacenza, Bologna Firenze, Fiano Romano e Padova.
La piattaforma rivendicativa del Si Cobas chiede il blocco immediato di ogni licenziamento, l’anticipo della cassa integrazione per coloro che non hanno lavorato per questioni di sicurezza sanitaria, l’adeguamento dei Ticket a 7 euro e la garanzia della sicurezza e delle misure anticontagio.
Prima obbligati a lavorare in piena emergenza rischiando la vita, poi licenziati, alla ripresa della Fase 2. Questo il senso di solidarietà e di “unità nazionale” dei padroni. Vergogna infinita!
Massima solidarietà ai lavoratori e alle lavoratrici della TNT e agli attivisti del Si Cobas che in questi giorni stanno affrontando l’egoismo dei padroni e l’ostilità delle prefetture per difendere i diritti inalienabili al lavoro e alla salute!