Potere al Popolo esprime tutta la sua solidarietà al Governo e al popolo cubano dopo che il 30 aprile a Washington proiettili esplosi con un fucile d’assalto AK-47 sono stati sparati contro l’Ambasciata cubana. Il Metropolitan Police Department ha poi informato di aver tratto in arresto Alexander Lozano, un uomo di 42 anni, ritenuto responsabile dell’attentato.
Un report della polizia statunitense aggiunge che c’è il ragionevole sospetto che possa essersi trattato di un “hate crime”, un crimine dovuto all’odio. Non sorprende una simile eventualità se si tiene in conto l’ulteriore inasprimento della politica di aggressione che il governo degli Stati Uniti conduce da più di sessant’anni contro l’isola caraibica, fomentata da una retorica pubblica sempre più dura e ostile. Con la presidenza Trump abbiamo assistito, infatti, a un irrigidimento del bloqueo (embargo), che ha colpito la stessa possibilità di Cuba di rifornirsi di dispositivi e macchinari medicali necessari per contrastare il Covid19. Non è la prima volta che un presidente USA utilizza il nemico esterno per cercare di sviare l’attenzione del popolo statunitense dai fallimenti interni.
Inoltre, stando alla Convenzione di Ginevra sulle Relazioni Diplomatiche del 1961, la responsabilità della protezione delle sedi diplomatiche dei paesi stranieri ricade sugli Stati che le ospitano. È dunque compito del Governo di Washington assicurare la sicurezza dei membri dell’Ambasciata cubana e dei loro familiari.
Mentre le Brigate Henry Reeve che Cuba sta inviando in tutto il mondo per aiutare nella lotta contro il coronavirus mostrano il valore dell’amicizia tra i popoli, la retorica bellicista dell’inquilino della Casa Bianca e dell’apparato militar-industriale statunitense è una minaccia alla pace e alla sicurezza di tutti i nostri popoli.
Potere al Popolo sarà sempre dalla parte di chi pratica la solidarietà internazionale. In essa e non nel militarismo c’è il futuro da costruire insieme.