Lazio

[Roma] Potere al Popolo insieme ai lavoratori ATAC e TPL in sciopero!

E così questa volta i lavoratori del trasporto pubblico romano non hanno scioperato di Venerdì. Non hanno rinunciato a una giornata di stipendio per farsi il famoso “weekend lungo” che esiste solo nella testa dei giornalisti, dato che anche il sabato e la domenica lavorano. Se in tanti hanno incrociato le braccia, portando alla chiusura di due linee metro e alla riduzione del traffico sotterraneo e di superficie, non è neanche solo perché la maggior parte degli autoferrotramvieri ha un’enorme quantità di ferie arretrate ed è stremata da un lavoro universalmente considerato usurante. Ma anche e soprattutto perché questo lavoro è destinato ad aumentare, con la cancellazione dall’oggi al domani di un’indennità che riconosceva che guidare a Roma fosse più faticoso e stressante che in altre città e che per questo riduceva l’orario di lavoro al di sotto di quello previsto dal CCNL. Che è poi d’altronde come dovrebbe funzionare la contrattazione, con quella nazionale che fissa la soglia minima dei diritti inviolabili e quella decentrata in cui si possono strappare ulteriori miglioramenti. Non più, da adesso l’orario passa da 36 a 39 ore settimanali di guida. Peggioramento che si inserisce in una lunga serie che da qualche anno a questa parte ha portato a rinunce pesanti in termini salariali e di condizioni di lavoro alla maggior parte dei 12 mila dipendenti ATAC. Che sempre più si avvicinano nelle condizioni di lavoro ai loro colleghi dei subappalti privati, anche loro in sciopero perché oltre a lavorare a condizioni ancora peggiori di questi, con stipendi ancora più bassi (rasentano i 1000 euro) e difficoltà maggiori pur effettuando le stesse identiche mansioni dei loro colleghi del pubblico(!); anche loro in sciopero perché oltre a tutto questo si ritrovano spesso a fine mese senza che l’azienda paghi neanche paghi lo stipendio!

Mentre giornali e politica usano gli autisti e l’azienda pubblica come capro espiatorio per la rabbia di utenti giustamente esasperati dall’inaccettabile stato del servizio pubblico, noi di Potere al Popolo siamo con chi ieri ha lottato. Non solo perché quei diritti non sono “privilegi” come ci raccontano quelli che stanno rendendo il mercato del lavoro in Italia ma perché il vero problema del servizio di trasporti risiede innanzitutto nella mancanza di investimenti descritta in maniera chiarissima in un report della centrale bolscevica della Cassa Depositi e Prestiti: “per anni, infatti, sono stati quasi azzerati i finanziamenti statali in conto capitale [al Trasporto Pubblico Locale] e i vincoli imposti dal Patto di Stabilità Interno hanno compromesso i finanziamenti degli Enti Territoriali al TPL. A ciò si è aggiunta una significativa riduzione delle compensazioni in conto esercizio che ha ulteriormente assottigliato i margini per l’autofinanziamento aziendale.”
In ATAC la cosa è particolarmente lampante, come dimostrato dall’ultimo rapporto dell’Agenzia per il Controllo dei Servizi Pubblici locali in cui si può vedere, insieme al crollo delle spese per investimenti e manutenzioni, un’impennata dei guasti e dell’età media dei mezzi, che triplica quella di altre città d’Europa. Tutto questo mentre l’azienda veniva spolpata dalla classe politica con il beneplacito di quei sindacati che si spartivano una piccola fetta della torta in cambio del peggioramento del servizio. E il privato? Ancora peggio non solo in termini di condizioni di lavoro ma anche di servizi erogati. D’altronde in quel caso l’uso privatistico e affaristico del servizio pubblico è rivendicato e legalizzato.
Hai voglia a spremere i lavoratori: senza mezzi e condizioni di lavoro ad aumentare, più che la famigerata “produttività”, saranno soltanto le malattie professionali.
Per questo per portare un po’ di verità e un po’ di solidarietà, ancora una volta abbiamo attaccato sulle fermate di metro e autobus queste locandine e continueremo a farlo nei prossimi mesi!

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