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POTERE AL POPOLO INCONTRA I LAVORATORI GKN!

potere al popolo incontra i lavoratori gkn

pisa: delocalizzazioni, come fermarle?

Giovedì 17 febbraio l’esecutivo nazionale di Potere al Popolo ha incontrato una delegazione di lavoratori Gkn.

Della vertenza Gkn avrete certamente sentito parlare. Dal 9 luglio 2021, la lotta dei 500 lavoratori impiegati in Gkn Driveline di Campi Bisenzio ha dato uno scossone alla politica italiana e ha rovinato i piani della multinazionale britannica, costringendola a ritirare i licenziamenti e a fermare la messa in liquidazione dello stabilimento (trovate qui una ricostruzione della vertenza in atto).

Per far sì che l’accordo strappato venisse rispettato, i lavoratori hanno ottenuto una commissione di proposta e di verifica sul processo di ristrutturazione industriale. Così, dopo sei mesi, la vertenza non è ancora finita, in attesa che ciò che è scritto nero su bianco diventi effettivamente realtà.
Non è passato il momento della mobilitazione, non è passato il momento della solidarietà.

Per questo motivo il 26 marzo saremo nella piazza convocata dai lavoratori GKN a Firenze , al corteo nazionale sotto la parola d’ordine di “Insorgiamo!”.

Abbiamo incontrato i lavoratori Gkn davanti ai cancelli della loro fabbrica sotto il sole cocente d’estate, ci siamo seduti accanto a loro in tante iniziative sparse in giro per l’Italia, abbiamo imparato a conoscere la loro battaglia camminando fianco a fianco nelle piazze di questi ultimi mesi.
Insieme a loro, a partire dalla loro lotta, abbiamo scritto un disegno di legge contro le delocalizzazioni e gli abusi delle multinazionali . Una legge depositata come emendamento dal senatore Matteo Mantero che si è scontrata contro l’ostilità di tutti i partiti che sostengono il Governo Draghi, completamente asserviti agli interessi dei colossi industriali e finanziari.

In ballo non c’è “solo” Gkn. Whirlpool, Bosch, Caterpillar, Logista, Pfizer, solo per citarne alcune… sono centinaia le crisi aziendali aperte sui tavoli del MISE, sono migliaia le donne e gli uomini che rischiano di finire da un giorno all’altro per strada e che si mobilitano da mesi, seppur lontani dai riflettori mainstream, coccolati dai grandi partiti solo in campagna elettorale.

È questa maggioranza sociale che va ricomposta e che deve irrompere sulla scena pubblica.

La sfida che abbiamo davanti sarà riuscita se saprà ribaltare completamente le priorità della politica italiana, difendere i lavoratori prima di tutto e mettere al centro degli interessi del paese la tutela dei posti di lavoro e del tessuto produttivo, liberandosi dal giogo dei padroni multimilionari di turno.

Occorre una politica industriale che possa decidere cosa produrre, come produrlo e in che modo distribuirlo, non in base ai fatturati personali dei milionari, ma guardando alle esigenze del popolo, alla tutela ambientale e alla necessità di redistribuire le ricchezze prodotte collettivamente.
Un mondo in crisi, venti di guerra e minoranze ricche e potenti che continuano ad accumulare immensi patrimoni e privilegi sfruttando il lavoro di tutti gli altri: è questo il futuro che ci hanno preparato, lo conosciamo già, lo stiamo già assaggiando sulla nostra pelle.

Vale la pena tentare qualcosa di nuovo.

Ci vediamo il 26 marzo in piazza!

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