Ora primarie per scegliere presidente e capolista regionale, di sesso diverso, ulla base del modello kurdo
Care sardine, confrontiamoci sul concetto di “odio”. Anche il rinnovo degli accordi con la Libia e un nuovo Cpr in Toscana sono odio.
Ieri, domenica 2 febbraio 2020, le 11 assemblee territoriali toscane hanno aperto a tutti/e gli aderenti la seconda consultazione per decidere se, e in che forma, partecipare alle regionali 2020. Durante la prima consultazione, tenutasi il 15 dicembre 2019, nessuna delle opzioni in campo aveva superato il quorum necessario del 66,6% dei votanti (il 65% dei votanti aveva indicato una preferenza per un’alleanza con Si Toscana a Sinistra). Si è dunque resa necessaria una seconda votazione che, verificate delle condizioni politiche minime, ha dato i seguenti risultati: il 71,5% dei votanti si è espresso per costruire insieme a Sì Toscana a Sinistra una lista unitaria alternativa a Pd, Centrodestra e M5s. Il 22,8% per andare da soli ad elezioni; il 4,9% per non andare e lo 0,7% per costruire una lista con il Pci.
Per noi “fare tutto al contrario” non è solo uno slogan, ma una pratica quotidiana. In un mondo in cui le decisioni che contano vengono prese nei consigli di amministrazione di qualche hedge fund, in cui i programmi di centrodestra e centrosinistra rispondono esattamente agli stessi interessi e la politica si riduce a puro marketing e spettacolo, in un momento in cui centrodestra e centrosinistra vorrebbero ridurre la rappresentatività del Parlamento mascherandosi dietro la scusa del “tagli dei costi della politica”, abbiamo deciso di valorizzare la partecipazione più ampia possibile, a partire dalla nostra piccola, ma determinata, comunità. È questo già di per sé un grande risultato.
A questo punto Pap! si impegna su tutti i territori a costruire e sostenere la nuova lista “Toscana a Sìnistra”, continuando a spingere perché si possano scegliere tramite elezioni interne un uomo e una donna, candidato presidente e capolista regionale, a rappresentarlo.
Vogliamo portare in consiglio regionale la voce dei lavoratori e degli utenti della sanità, i primi sempre più precari (ormai negli ospedali si lavora in appalto e/o a partita Iva), i secondi costretti ad affrontare liste d’attesa sempre più lunghe, affidandosi, quando possibile, al privato. Vogliamo che si limiti il ricorso agli appalti, in cui prolificano i salari poveri e la vita di chi lavora è appesa al filo di capitolati di gara sempre più a ribasso, che tratti di cooperative o aziende del settore sanitario, dei trasporti o dell’assistenza. Vogliamo bandi regionali che garantiscano nelle clausole di salvaguardia la tutela dell’art.18 e di salari degni. Pretendiamo soprattutto una sanità e un sistema di trasporti realmente pubblici, in cui la Regione investa per garantire servizi efficienti e di qualità, controllabili dagli utenti e dai lavoratori. Vogliamo essere il megafono di quei territori che subiscono l’inquinamento e la speculazione, e l’urlo di quelle zone dove invece mancano servizi e lavoro.
Per questo saremo presenti in radicale alternativa al Pd e al centrodestra, due blocchi apparentemente alternativi, ma che su tutte queste questioni, così come sulle grandi opere inutili da portare avanti in Toscana, si sono ritrovati/e concordi nel favorire gli interessi di chi ha già potere, soldi e risorse. Noi siamo un’altra cosa.
Due parole infine sull’appello “all’unità contro l’odio” che ci hanno rivolto le Sardine toscane.
Care Sardine, proprio come voi rifiutiamo il razzismo e il fascismo, contro i quali eravamo, siamo e saremo sempre in prima fila. Samo d’accordo che contro queste forme di odio verso gli oppressi occorra la massima unità, a patto che ci si intenda sul significato di “odio”. Per noi odio non è soltanto il linguaggio di Matteo Salvini, per noi odio sono anche le sue politiche. Odio sono i decreti sicurezza, qualsiasi sia il governo che li sostenga e li applichi. Odio sono gli inumani accordi rinnovati dal Governo Conte con la Libia, che fanno sì che la vera frontiera italiana oggi si trovi in Africa, perché non ci si debba vergognare del nostro egoismo e delle nostre responsabilità in quel continente (a partire dal sostegno a dittatori e governanti corrotti, come sembrerebbero rivelare anche le inchieste sui comportamenti di Eni e Shell in Nigeria). Odio è l’idea malsana, espressa dal ministro Lamorgese e appoggiata da leader “democratici” come Nardella, di previsione di un Cpr anche in Toscana, proprio quando a Gradisca di Isonzo si svela la natura di queste strutture, vere e proprie carceri concepite per rinchiudervi persone senza uno straccio di processo, in spregio di qualsiasi diritto umano. Odio è l’assordante assenza di politiche di inclusione sociale, per cui grosse fasce di popolazione vengono abbandonate alla povertà e alla miseria, come dimostrano purtroppo le notizie di persone che sono morte per il freddo dall’inizio dell’anno in città.
Se questa è la barbarie dell’oggi, la comunità di Pap è disponibile ad unirsi e a confrontarsi con chiunque voglia realmente combatterla, dalle Sardine, ai comitati, alle associazioni, alle liste civiche, alle altre organizzazioni politiche. Il voto di oggi lo dimostra più di tante parole.