Nell’arco dell’anno passato ci siamo trovati più volte a esprimerci nei confronti della situazione lavorativa degli aeroporti toscani, evidenziando quanto il peggioramento delle condizioni fosse dovuto ad una procedura di svendita al privato del sistema trasporti e di tutti i settori strategici del nostro paese a seguito della direttiva europea 96/76/CEE.
E’ proprio di questi giorni la notizia che la società che si occupa dei servizi di carico/scarico bagagli e pulizia aeromobili negli aeroporti toscani, la CFT, ha inviato a Toscana Aeroporti handling, Consulta s.p.a e ai sindacati la rescissione del contratto collettivo in anticipo, mossa, che mette in pericolo le posizioni lavorative di più di 100 dipendenti.
L’ennesimo attacco alle condizioni dei lavoratori di uno di quegli asset strategici locali che sono tali per Conti e Giani solo quando non si tratta di difendere i diritti di chi vi lavora.
Noi ci esprimiamo da tempo contro la logica delle liberalizzazioni, a maggior ragione quando si guarda ai servizi pubblici, che vengono quindi piegati sul terreno della concorrenza e la speculazione, andando a riflettersi sempre sulle condizioni lavorative su cui queste aziende giocano al ribasso.
Il settore aeroportuale è un esempio lampante di precarietà a cui il sistema degli appalti espone i laboratori, e sosterremo sempre la necessità di un processo di ripubblicizzazione del settore e il reinvestimento dei profitti derivati da settori pubblici per i servizi alla popolazione.