In questa settimana a Pisa si svolge l’internet festival, una kermesse sulla rete e sulla “rivoluzione digitale” che avvolge tutti i principali punti d’interesse culturali. Ma i numerosi eventi che animano la città in questi giorni sono ancora una volta resi possibile dallo sfruttamento di lavoratori, spesso ragazzi molto giovani e studenti, che partecipando al bando di selezione per lavorare all’interno della fiera, si sono ritrovati ad essere inquadrati come volontari e non come lavoratori, con tutto quello che comporta questa sostanziale differenza, cioè non avere una retribuzione ma solo un rimborso spese, e a dover affrontare delle giornate lavorative che superano le 10 ore. Giovedì 5 ottobre all’apertura del festival da parte del sindaco Conti, l’ennesima passerella: “Qui – ha detto – si detteranno le linee guida dei prossimi 15 anni della Toscana” un futuro costruito sul modello dell’eventistica, che si regge sullo sfruttamento di centinaia di lavoratori e lavoratrici.
Come Potere al Popolo aborriamo la logica del voler dimostrare quanto Pisa sia una città dedita al progresso e alla ricerca accademica dimenticandosi la dignità dei suoi cittadini e dei lavoratori, che riteniamo essere alla base di qualsiasi paese che voglia definirsi civile. Questa nostra denuncia evidenzia una delle innumerevoli situazioni lavorative indecorose del nostro paese, fa parte di quella logica di lavoro “al ribasso” a cui si vuole che ci adattiamo, un lavoro che anche quando è inquadrato da contratti non ci permette di far fronte alle spese comportate dai costi della vita in aumento. Invece di seguire la logica dell’aumento dei salari per far fronte all’inflazione l’Italia è l’unico paese UE in cui il salario è diminuito negli ultimi 30 anni. Leggi come il Jobs Act che hanno reso il lavoro più povero e precario, e i contratti nazionali firmati da CGIL,CISL e UIL, che regolarizzano contratti che prevedono paghe anche da 5 o 6 euro lordi l’ora, hanno totalmente abbattuto qualsiasi garanzia di vita dignitosa di un lavoratore. Riteniamo che questo tema vada anche a combaciare con l’aumento degli omicidi sul lavoro, spesso dovuti a ritmi di lavoro estenuante e ore di straordinario da affrontare per arrivare a fine mese. Per questo serve una legge sul salario minimo a 10 lordi/h, che costituisca una nuova base di partenza per la contrattazione degli stipendi al rialzo e non al ribasso, e che si leghi ad una legge sul reato d’omicidio sul lavoro, per proteggere i lavoratori da tutti quegli imprenditori che vorranno inseguire il profitto risparmiando criminalmente della sicurezza dei propri dipendenti.