Delocalizzazioni: come fermarle?
La proposta degli operai GKN e di Potere al Popolo
Tavola rotonda con
– Massimo Barbetti, collettivo di fabbrica GKN
– Matteo Mantero, senatore di Potere al Popolo!
– Giuliano Granato, portavoce nazionale di Potere al Popolo!
– Simone Selmi, USB Industria
– Lorenzo Cresti, Economisti solidali con lavoratori Gkn
Negli ultimi anni il problema della “delocalizzazione” delle aziende, trasferite all’estero anche se in buona salute al solo scopo di aumentare i profitti, è divenuta una disgustosa prassi che colpisce in primo luogo gli operai e le loro famiglie, e non costituisce certo un esercizio dell’iniziativa economica privata ma un atto in contrasto con il diritto al lavoro tutelato dalla nostra Costituzione. Ma non solo! Molto spesso queste stesse aziende hanno usufruito di sovvenzioni dirette o indirette da parte dello Stato, cioè soldi dei cittadini che pagano le tasse, e che credono e/o sperano che servano a garantire adeguati servizi e non ad ingrassare imprenditori e padroni.
Le conseguenze di queste scelte – operate dalle multinazionali o da fondi finanziari, coadiuvate dall’Unione Europea e da governi “tecnici” come quello Draghi – significano bassi salari e mirano ad un ritorno immediato del valore dei loro titoli sul mercato azionario, determinando enormi ricadute estremamente negative sull’indotto di piccole e medie imprese che sorreggono la produzione delle grandi e, quindi, sul sistema economico di molti centri urbani.
Nel periodo che va dal 2015 al 2017, secondo un rapporto Istat, ben 700 imprese medio-grandi hanno trasferito le loro attività fuori dal nostro paese. Tra queste Bekaert, Embraco, Whirlpool, SaGa Coffee, Almaviva, Gianetti. Alla GKN l’operazione è stata bloccata grazie alla determinazione del collettivo di fabbrica, che ha creato un diffuso movimento di protesta nazionale e alla stesura della proposta di legge per l’introduzione di una normativa che imponga il rispetto dei principi Costituzionali, quali l’art. 41 e l’art. 4, scritti a tutela dell’interesse collettivo quale limite alla libertà di iniziativa economica e del diritto al lavoro quale caposaldo della Repubblica.
La legge contro le delocalizzazioni non è il prodotto di una commissione parlamentare ma è stata redatta davanti a quei cancelli della GKN con il contributo di alcuni giuristi di “Telefono Rosso” insieme a Matteo Mantero, Senatore di Potere al Popolo!
Essa si basa principalmente su alcuni punti tesi a impedire lo smantellamento del tessuto produttivo nazionale e a garantire il mantenimento dei livelli occupazionali. Le proposte governative non contengono invece alcuna norma in grado di contrastare efficacemente i fenomeni di delocalizzazione, essendo prive di apparato sanzionatorio, non garantendo così i posti di lavoro e la continuità produttiva di aziende sane, men che meno coinvolgono i lavoratori e le lavoratrici e le loro rappresentanze sindacali.
Invitiamo i cittadini, i lavoratori, gli studenti a partecipare alla tavola rotonda. La lotta in difesa dei lavoratori e contro le multinazionali che depredano il nostro sistema produttivo è una lotta di tutti.