Potere al Popolo! Sarà presente alla manifestazione nazionale convocata a Piombino il prossimo 11 Marzo al fianco della Rete No Gas e No Fonti Fossili, dei comitati territoriali, dei lavoratori e delle lavoratrici dell’Usb contro il progetto d’istallazione del rigassificatore e l’estensione dell’utilizzo delle energie fossili promosso dal Governo Draghi e sostenuto dall’esecutivo Meloni, con la complicità del Partito Democratico.
Come abbiamo sempre detto e come sosterremo di nuovo in piazza, la lotta contro il rigassificatore a Piombino, portata avanti con forza dall’Unione Sindacale di Base, dai comitati e dalla cittadinanza scesa in massa in piazza per lo sciopero cittadino convocato dall’Usb nell’autunno scorso, è una lotta che va opporsi non soltanto alla devastazione di un singolo territorio, ma che esprime la necessità di una alternativa generale alle scelte di guerra e al posizionamento internazionale che il governo e tutte le forze dell’arco parlamentare hanno intrapreso e sostenuto.
La scelta dei rigassificatori, che a Piombino prepara un progetto più avanzato di devastazione con l’ipotesi di un nuovo gasdotto, trattato direttamente da Meloni nei mesi scorsi in Algeria è il prodotto più emblematico di cosa significa sottostare ai vincoli euro-atlantici per il territorio e le classi popolari del nostro paese.
Le classi dirigenti stanno scaricando tutti i costi di una guerra che serve esclusivamente alle stesse multinazionali che sulle fonti fossili stanno facendo miliardi di profitti come Eni e Snam, mentre i lavoratori, le lavoratrici, gli studenti, i disoccupati e pensionati che non arrivano alla fine mese del mese sono sempre di più(il 50% in più nel 2022 nella sola Toscana).
Come siamo stati a Genova nella grande manifestazione nazionale contro la guerra e l’invio di armi convocata dal CALP convocata insieme allo sciopero dei lavoratori portuali da USB per dire basta agli omicidi sul lavoro, saremo di nuovo a Piombino al fianco di chi ci lavora, vive e studia. Per dire no alle scelte di una classe politica che ha deciso sulla nostra pelle di sacrificare gli interessi collettivi alla fame di profitti delle multinazionali, un sistema pienamente rappresentato a Piombino con il deserto occupazionale e il disastro ambientale prodotti nella drammatica vicenda dell’acciaieria e del suo indotto!
Proprio come abbiamo fatto a Genova portando il nostro no alla guerra, torniamo a Piombino per opporci all’accelerazione dell’utilizzo delle fonti fossili del Governo antipopolare della Meloni, continuando ad indicare l’unica via d’uscita possibile dal sistema capitalistico che sta scaricando tutte le conseguenze del suo fallimento su tutti e tutti noi!
Qui ed ora, a partire dalla opposizione reale all’ennesimo progetto di devastazione ambientale e saccheggio sociale è necessario indicare alla maggioranza del paese che non solo è possibile resistere, bensì che è necessaria una prospettiva di alternativa complessiva di pace, pianificazione razionale dell’utilizzo delle risorse naturali, compatibilità con lo sviluppo industriale, crescita dei salari e dei redditi!
Fine del mondo, fine del mese, stessa lotta!
Giù le armi, sui i salari!
Socialismo o barbarie