Sabato 25 gennaio Potere al Popolo Parigi sarà presente e parteciperà al presidio Contre la guerre de Trump, Journée Internationale promosso dal “Collectif ni guerres ni état de guerre” alla Fontaine des innocents a Parigi, per denunciare l’aggressione militare di Trump in Medioriente, l’escalation alla guerra e le ingerenze politiche delle potenze imperialistiche (USA e UE) nel quadro delle azioni militari della NATO, e per rilanciare una mobilitazione anti-militarista per sviluppare la solidarietà internazionalista e costruire la pace.
Per farlo, non bastano le parole ma servono i fatti, come le 5 misure concrete e immediatamente applicabili proposte da Potere al Popolo affinchè l’Italia non sia complice e co-responsabile dell’ennesimo piano di destabilizzazione e di guerra guerreggiata: “Vostre le guerre, nostri i morti”.
Di seguito, la traduzione dell’appello lanciato dal “Collectif ni guerres ni état de guerre”.
Contro la guerra di Trump, contro la “piena solidarietà” di Macron e dell’Unione Europea all’aggressione americana
Sostegno ai movimenti popolari e all’autodeterminazione dei popoli
L’assassinio del generale Soleimani all’aeroporto internazionale di Baghdad per ordine di Trump costituisce un atto di guerra dopo mesi di provocazioni statunitensi.
L’annuncio del dispiegamento di altre 3.000 truppe statunitensi nel Golfo indica che gli Stati Uniti sono pronti a mettere ancora una volta la regione ferro e fuoco. Questi rinforzi si aggiungono alle 5.200 truppe statunitensi che dal 2014 hanno ufficialmente rioccupato l’Iraq e alla carneficina che gli Stati Uniti hanno commesso durante loro guerra contro lo Stato islamico.
Le minacce di Trump di bombardare 52 “siti storici” iraniani sottolineano ulteriormente la natura irresponsabile, imperialista e criminale della politica statunitense.
La Francia di Macron afferma la sua “piena solidarietà con gli alleati di fronte agli attacchi perpetrati nelle ultime settimane contro le prigioni della coalizione in Iraq” e si allinea, come quasi sempre, ai militaristi statunitensi, fingendo di presentarsi impegnata ad “allentare le tensioni”.
Il “Collectif Ni Guerres ni État de Guerre” riafferma che le potenze imperialiste non possono essere parte della soluzione, e riafferma il suo sostegno ai movimenti popolari e all’autodeterminazione dei popoli.