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Che succede alla Piaggio di Pontedera?

le operaie in lotta sul tetto del Palazzo Blu di Pontedera

Da ormai quindici giorni un gruppo di operaie, organizzate da USB, è sul tetto del palazzo Blu di Pontedera. La loro battaglia riguarda non solo il loro futuro ma parla a tutti noi. Il copione che ha scatenato la lotta è sempre lo stesso: lo sfruttamento della forza lavoro a vantaggio del profitto privato. La famiglia Colaninno, proprietaria del marchio, da anni riduce la manodopera (circa 300 lavoratori in meno ogni anno) grazie al mancato rinnovo dei contratti a termine, nonostante accordi sindacali che ne avrebbero dovuto garantire l’assorbimento. Nel caso in questione, l’azienda, invece di stabilizzarle, ha preferito assumere nuovi contrattisti, continuando all’infinito a ricorrere a manodopera precaria per risparmiare sul costo del lavoro e infrangendo unilateralmente i precedenti accordi sindacali, come successo su scala enormemente maggiore a Napoli con Whirlpool, e come accade quasi ogni giorno in tutta Italia.

Che cosa è successo in questi giorni?

Mentre il sindacato USB organizza la protesta, è da denunciare, ancora una volta, il comportamento dei confederali compiacenti. Infatti lo scorso 23 gennaio, Piaggio, Confindustria, Fim-Fiom-Uilm hanno firmato – contro il parere della RSU ed RLS Fiom, a dimostrazione della preoccupante deriva autocratica e filopadronale della CGIL – un contratto di secondo livello che è una beffa per tutti i lavoratori con contratti part-time e di solidarietà. Nessuna certezza per una stabilizzazione definitiva, un aumento salariale dello 0,9% lordo a fronte di 46 mln di utile netto, mentre il potere d’acquisto si è ridotto del 7% in 10 anni. La parte sulle relazioni sindacali, inoltre, recepisce il testo unico sulla rappresentanza, allo scopo di estromettere dalla RSU l’USB, che pure ha raccolto più voti alle ultime elezioni degli RLS. L’accordo, inoltre, istituisce una commissione su Tempi e Metodi e sul WCM che anticipa un sensibile peggioramento delle condizioni di lavoro e sicurezza. Lo sciopero del 18 febbraio scorso, indetto da USB, ha fermato pezzi importanti della zona industriale di Pontedera e ha avuto come risultato che una delegazione è stata ricevuta presso il Ministero del Lavoro e presso la Regione Toscana. Nel frattempo, le segreterie Fim-Fiom e Uilm, approfittando di una lotta non condotta da loro, hanno preteso l’attivazione di un tavolo con l’azienda per tentare di portare a casa l’ennesimo accordicchio per tappare il buco creato da una conduzione politico-sindacale deplorevole.

La nostra solidarietà

Da subito Potere al Popolo! si è schierato al fianco delle lavoratrici, fino a salire sul tetto con loro: per noi la solidarietà di classe esiste solo se si conducono assieme le battaglie, e per questo invitiamo le lavoratrici ed i lavoratori solidali, le RSU ed RSA di tutta Italia ad esprimere solidarietà alla lotta delle lavoratrici PIAGGIO. Ma non basta. I quotidiani abusi da parte di aziende piccole e grandi esistono perché manca una pianificazione statale delle strategie industriali, condivisa con i lavoratori, mancano le sanzioni, manca soprattutto un serio piano di redistribuzione dei profitti e delle ricchezze. È scandaloso che ancora oggi la crescita continua del profitto privato venga vista come un valore, mentre invece è la causa della de-industrializzazione e della precarizzazione dei contratti e delle vite dei lavoratori. L’Italia è il primo paese in Europa per la diffusione del cosiddetto “lavoro povero”, dequalificato, senza sicurezze, pagato male. Questa è una battaglia che intendiamo assumere, perché la precarietà non è un destino scritto col sangue, ma una condizione che possiamo sconfiggere unendo le forze e le lotte. Se alla Piaggio vinceremo, dimostreremo che c’è un’alternativa alla rassegnazione, e che questa passa per il conflitto e non per l’ennesimo compromesso al ribasso.

Da Pontedera a Napoli, nessun accordo sulla pelle di chi lavora!

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