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On libère la parole, on enferme les violeurs

Ieri sera, dopo le tante polemiche per le dodici candidature del film di Roman Polanski, J’accuse, si è svolta a Parigi, nella Salle Pleyel, la (non) tanto agognata cerimonia dei Césars. Una cerimonia che dovrebbe premiare le eccellenze professionali nell’ambito dell’industria cinematografica francese, che ha finito per dare uno dei suoi due premi più importanti, quello per il miglior regista, proprio a Polanski. Insomma, una cerimonia dove il patriarcato celebra se stesso, data anche la composizione percentuale dei cineasti votanti per i premi, composta solo per il 35% da donne.

Polanski è lo stesso regista che fu arrestato e processato nel 1977 per lo stupro della tredicenne Samantha Geimer. I capi d’accusa erano stati stupro attraverso l’impiego di sostanze stupefacenti, perversione, sodomia, atto lurido e lascivo su un* bambin* sotto i quattordici anni e procurazione di sostanze stupefacenti ad un* minore. Polanski si dichiarò colpevole di un reato diverso, ovvero rapporto sessuale con un* minorenne, il quale prevedeva un pena più lieve. Scontò solo quarantadue giorni dei novanta a cui fu condannato, per buona condotta. Successe però che il giudice ritornò sulla propria decisione, con l’intenzione di condannarlo per tutti i capi d’accusa iniziali. Fu allora che Polanski decise di prendere un volo per Londra e subito dopo per Parigi, dove vive protetto da allora, dall’estradizione negli Stati Uniti.

Sempre ieri sera a Place des Ternes, a pochi metri di distanza dalla Salle Pleyel, è stato convocato un presidio da numerosi collettivi femministi, tra cui Nous Toutes, il Collectif Droits des Femmes, il Collectif Féministe Contre le Viol e il sindacato Cgt Spectacle, contro un’industria cinematografica “complice della cultura dello stupro che permette a un pedocriminale di riabilitarsi e di presentarsi come vittima, nonostante egli sia il carnefice!”.

Noi come Potere al Popolo Parigi abbiamo partecipato a quel presidio perché in quanto movimento femminista, sosteniamo la lotta contro ogni forma di violenza, abuso sessuale e condanniamo ogni forma di protezione e legittimazione di chi si macchia di reati tanto crudeli, disumani e spregevoli. Specialmente quando la lotta viene brutalmente repressa a colpi di manganellate e lacrimogeni, come hanno avuto modo di sperimentare ieri le/i compagn* sces* in piazza.

Inoltre sosteniamo l’attrice Adèle Haenel, vittima di violenza sessuale e avanguardia francese del movimento metoo, che ieri al momento della premiazione di Polanski ha abbandonato la cerimonia con la sua regista Céline Sciamma, suscitando lo sdegno dei presenti e di buona parte dell’opinione pubblica e stampa francesi.

Chiudiamo con un altro slogan preso in prestito dalle compagne di NON UNA DI MENO:

“GUAI GUAI
GUAI A CHI CI TOCCA!

VIOLENTI E STUPRATORI
VENITE FUORI ADESSO
VE LO FACCIAMO NOI
UN BEL PROCESSO”

 

https://www.facebook.com/poterealpopoloparis/videos/552343485639026/

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