La notte del compleanno di De Mita abbiamo voluto dire la nostra: abbiamo attaccato per le strade di Nusco dei manifesti per denunciare il suo “operato”.
Non ci uniamo ai festeggiamenti per il presidente e non chiedete a noi il perché. Chiedetelo ai nostri fratelli, costretti ad emigrare per uno straccio di onesto e meritato lavoro.
Ché il clientelismo non porta lavoro ma bocche in meno da sfamare, stanca braccia da troppo tempo abituate a coltivare.
Chiedetelo ai monumenti di un disastro annunciato, dell’ex Palcitric di Calitri o delle Amiderie Italiane di Nusco, passando per l’ex Calzaturificio di San Mango fino alla Sivis di Conza della Campania.
Chiedetelo a chi non ha mai voluto ascoltare, portatore di soluzioni per problemi mai posti, risposte a domande opposte a quelle delle nostre comunità.
Chiedetelo a chi non ha mai chiesto, troppo impegnato a comandare, a dividere, a “dare una mano”.
Proprio così: “a dare una mano”!
Ché il clientelismo non porta soluzioni ma dipendenza, non lascia tracce nel presente e non lascia futuro.
Chiedetelo a chi ha mortificato i nostri sogni, quelli delle generazioni che ci hanno preceduto e quelli di tutte le generazioni successive.
A chi ha ucciso i nostri progetti e le nostre speranze fin dalla culla, sull’altare di un voto utile solo per se, e per qualche sodale o discendente.
A chi ha tentato di convincerci che non esistono diritti ma solo favori elargiti da leader buoni. Che non esistono alternative possibili ma una sola possibile alternativa.
NO! Non ci uniremo ai festeggiamenti, ma INIZIEREMO A FESTEGGIARE.
Perché domani, ad Avellino, durante la conferenza stampa che inaugura il nostro percorso presenteremo frutti e semi di un’alternativa possibile, così vera da non sembrare reale, che tenteranno di convincervi non possa essere reale, che è così meravigliosamente reale.
Perché domani ad Avellino, come già facciamo da tempo in forme e colori differenti, riprenderemo a porre domande. Ché non abbiamo risposte, ma proposte, idee e braccia da condividere quelle si. Una marea. Perché siamo tutti candidati, non è solo uno slogan, non siamo espressioni differenti di uno stesso presidente.
Perché continueremo a chiamare le cose con il loro nome, senza paura di ammettere di sbagliare ma ancor meno di combattere ciò che è sbagliato.
Perché per abolire Jobs Act, “buona” scuola, riforma fornero, riforma sull’Art.18, leggi elettorali che prevedono candidati calati dall’alto e accordi sulla nostra pelle, bisogna ripartire proprio da noi, dalla nostra coscienza civica, dalla capacità e dalla volontà di rimetterci in gioco ed essere artefici del nostro futuro, per estirpare il veleno della disperazione di un domani impossibile, instillato da chi è stato abituato, e ci ha abituato, a spiegare e comandare.
Auguri Presidente!
Che l’età porti finalmente consiglio e non eredi al trono; che l’incoerenza di sempre possa manifestarsi ancora una volta attraverso l’umiltà di semplici scuse e il buon senso di farsi da parte.
Auguri Presidente! Che il suo, come il nostro domani, possa portare POTERE AL POPOLO, ad ognuno di noi