I lavoratori e le lavoratrici dell’handling aeroportuale (che comprende tutta la lavorazione a terra degli aeroporti di Pisa e Firenze, 450 dipendenti diretti più altri centinaia degli appalti) sono stati chiamati stamattina, dalle 10 alle 12, per un presidio di protesta organizzato da Usb.
In un momento di riduzione del traffico aereo, preoccupa la decisione da parte di Toscana Aeroporti (presidente il renziano Carrai e amministratore Naldi, vicino alla multinazionale argentina Corporacion America, socio di maggioranza), di vendere la controllata Tah che gestisce l’handling, a un non meglio specificato acquirente. La garanzia di mantenere i posti di lavoro per 24 mesi non convince i lavoratori e le lavoratrici, che si sentono scaricati dall’azienda.
I problemi occupazionali effettivamente si stanno già facendo sentire: una delle aziende dell’Ati che gestisce gli appalti, la Rekeep, ha infatti annunciato di sfilarsi dall’appalto con 28 lavoratori, che verrebbero riassorbiti da Cfp, che punterebbe però a riformulare l’appalto scaricando una decina di lavoratori e riducendo il monte ore lavorativo.
Nel frattempo si va verso un ulteriore privatizzazione del sistema aeroportuale toscano, cioè verso un tentativo di modifica dello Statuto da parte di Corporacion America che nel 2024 potrebbe passare da 9 consiglieri ad almeno 12 (dei 15 totali), riducendo il pubblico da 5-6 a 2-3, marginalizzandolo ulteriormente a fare da foglia di fico di interessi totalmente privatistici. Il comune di Pisa ha già approvato una mozione di Una città in comune contro questa modifica statutaria.
I lavoratori e le lavoratrici chiedono:
- che la giunta regionale congeli i 10 milioni trasferiti a Toscana Aeroporti a dicembre finchè non si chiarisce l’utilizzo che l’azienda ha fatto di quei soldil’apertura immediata di un tavolo di crisi
- azioni dei soci di minoranza (pubblici) volte a scongiurare la vendita di Tah
Ci uniamo ai lavoratori e alle lavoratici di Usb nel chiedere la ripubblicizzazione degli asset strategici a partire dagli aeroporti. Attualmente la situazione è completamente irrazionale: tra Toscana ed Emilia, nell’arco di 180 km, ci sono 3 aeroporti con piani di espansione del tutto indipendenti fra loro (Pisa nel 2019 faceva 5 milioni, centrosinistra- centrodestra e multinazionale vogliono portarla a 7-8 milioni; Firenze nel 2019 faceva 3 milioni di passeggeri, vogliono portarla a 5 milioni con il nuovo aeroporto; Bologna faceva 9 milioni di passeggeri, ed ha in previsione un investimento di ulteriori 2000 milioni di euro per raggiungere un traffico di diversi milioni di passeggeri in più). Non si può attuare la transizione ecologica se non rientriamo interamente in possesso, come comunità, delle infrastrutture strategiche, anche perché il pubblico continua a mettere soldi mentre i profitti restano privati. Serve pianificare l’avvenire, creando lavoro utile e pulito e rispettando le condizioni di lavoro, con un controllo dal basso degli utenti che eviti sprechi e disservizi.