Come Potere al popolo! denunciamo la persecuzione mediatica, giudiziaria e politica di Daniel Jadue del Partito comunista cileno, sindaco del comune di Recoleta in Cile (circa 150.000 abitanti) e uno dei principali leader della lotta democratica in America Latina. Durante tutta la sua vita politica, Jadue ha promosso un progetto di protagonismo popolare a livello comunale e ha così migliorato la vita di migliaia di famiglie cilene, diventando così riferimento nazionale e internazionale.
Il giorno 3 giugno 2023 Jadue è stato messo in detenzione preventiva dalla Procura del Centro-Nord del Cile con le accuse di truffa, amministrazione scorretta, corruzione, frode fiscale e reati di bancarotta. Queste accuse si basano su una serie di accordi stipulati durante la pandemia tra la società Best Quality SPA, venditrice di forniture mediche, e l’Associazione cilena dei comuni con farmacie popolari (Achifarp). Secondo la Procura, Daniel Jadue rischia fino a 15 anni di carcere.
Non è la prima volta che nel continente latinoamericano si tenta di proscrivere politicamente un leader popolare: la giudiziarizzazione della politica – che si basa sull’argomento dell’autonomia dei poteri dello Stato dalla magistratura – è stata attuata dalle élite in diversi Paesi del continente, tra cui Haiti, Honduras, Perù, Brasile, Argentina…lo scopo è sempre lo stesso: attaccare i progetti di trasformazione sociale e i leader politici che si sono sempre schierati dalla parte delle classi popolari contro le forze conservatrici e reazionarie. Proprio in Cile oggi si tratta di una manovra esclusivamente politica per affossare i candidati progressisti in un anno chiave in vista delle elezioni municipali e presidenziali nel 2025.
Jadue è stato minacciato e gli è stato impedito di lasciare il Paese, senza processo e sentenza giudiziaria; sono bastate le notizie riportate dalla stampa mainstream per farlo mettere in detenzione preventiva. Come ha sottolineato la Commissione cilena per i diritti umani, questa procedura è discutibile dal punto di vista legale. Ancora una volta, coloro che dovrebbero perseguire con più determinazione l’obiettività delle indagini, rivelano che la forza trainante delle loro azioni è la proscrizione dei leader politici e sociali “scomodi”, mettendo ancora di più in questione il già risicato spazio democratico.
Il metodo è lo stesso ovunque: una parte della stampa politicamente coinvolta crea un fatto e lo diffonde ampiamente (una bugia detta mille volte finisce per diventare “verità”); basandosi esclusivamente su questa notizia inventata, si apre un’inchiesta per sostenere la tesi giornalistica già consolidata e non per garantire la ricerca della verità. In questo modo si creano le condizioni per la morte giuridica e politica dell’avversario (dato che la distruzione fisica non si dimostra al momento adeguata).
Ci uniamo all’appello delle organizzazioni politiche e sociali dell’America Latina e dei Caraibi riunite in ALBA Movimientos e condanniamo questo nuovo tentativo di lawfare che oggi colpisce il compagno Daniel Jadue, ma che in realtà è rivolto a tutto il popolo cileno e al suo progetto democratico e popolare.
Appello di ALBA Movimientos: https://albamovimientos.net/no-al-lawfare-en-chile/