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Non usate il coronavirus come scusa per attaccare il diritto allo sciopero

Gli scioperi per tutelare la salute di tutti? Per il Garante sono da sanzionare!

Ebbene sì, nel mondo alla rovescia in cui stiamo vivendo succede anche questo.

Mentre tanti imprenditori continuano a tenere aperte aziende per nulla essenziali, col permesso esplicito del Governo (ad esempio le fabbriche di armi), o con la tolleranza implicita delle Autorità che non controllano centinaia di imprese che stanno auto-certificando il falso in merito alla “necessarietà” delle proprie lavorazioni; mentre milioni di dipendenti sono costretti a lavorare senza le protezioni necessarie a tutelarsi del coronavirus; mentre tantissimi lavoratori hanno partecipato agli scioperi dei giorni scorsi, spontanei o organizzati, per non sacrificare la salute di noi tutti sull’altare del profitto di pochi; la Commissione di Garanzia per gli Scioperi minaccia sanzioni nei confronti dello sciopero generale dell’Unione Sindacale di Base (USB) dello scorso 25 marzo.

Quello sciopero ha avuto il merito di denunciare la scarsa tutela della salute pubblica di troppe lavoratrici e di troppi lavoratori, nonché il “diffuso senso di insicurezza” vissuto da un numero sempre più alto di cittadini. Sono milioni i lavoratori costretti a continuare a lavorare in questa fase di emergenza dovuta al diffondersi del Covid-19. Di questi si stima che oltre il 40% non lavori in servizi essenziali e sono tantissimi quelli costretti a lavorare senza che siano forniti i Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) per tutelare la salute loro e della collettività: la mappa del contagio e la mappa delle aziende che continuano a produrre sono, non a caso, sovrapponibili.

È evidente come Confindustria e le altre organizzazioni datoriali vogliano continuare a salvaguardare più i loro profitti che la salute dei dipendenti, anche nel corso della pandemia. Ed è sempre più chiaro come stiano emergendo con forza da parte di diverse componenti politiche e istituzionali le tentazioni più repressive nei confronti di chi ha osato tutelare con lo sciopero la salute di noi tutti.

Questa restrizione al diritto di sciopero è una delle armi che tenteranno di usare contro i lavoratori, in vista dei tempi successivi all’emergenza. Come oggi, 27 marzo, candidamente ammette il Presidente della Commissione di Garanzia contro il diritto di Sciopero, Giuseppe Santoro-Passarelli, dalle colonne de Il Sole 24 Ore, ci si attende che “il conflitto […] attraverserà, verosimilmente, una fase acuta”. Le sue parole sono rivelatrici. Gli apparati statali prevedono un peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro di milioni di persone, l’impoverimento di tantissimi lavoratori, la cancellazione di posti di lavoro. Dinanzi a un tale scenario, Confindustria, governo e articolazioni dello Stato prevedono che si sviluppino battaglie per difendere diritti e salario, per rimettere al centro l’importanza della salute, ma anche, più banalmente, contro la fame che per tante famiglie già fa sentire i suoi morsi. Danno per certo l’irrompere sulla scena del conflitto. Si stanno attrezzando per reprimerlo preventivamente, con, tra gli altri strumenti, eventuali modifiche dell’apparato normativo o delle interpretazioni di norme già esistenti. Oltre che di un’imponente campagna mediatica che cercherà di promuovere la “unità nazionale” per sconfiggere il coronavirus e la crisi.

Potere al Popolo! non solo respinge le minacciate sanzioni della Commissione di Garanzia contro il diritto di Sciopero contro l’USB, ma fa appello a tutte e tutti affinché le denunciamo con forza, insieme alle affermazioni rilasciate al Sole 24 Ore dal suo Presidente. Non è problema di una sola organizzazione sindacale, ma della libertà e della possibilità presente e futura che ognuna e ognuno di noi avrà di difendere le proprie condizioni di vita e quelle dei propri cari.

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