Mercoledì 20 Giugno saremo di nuovo all’Ispettorato del Lavoro di Napoli: ci andremo con tutte e tutti quelli che, in questi mesi, sono venuti da noi per una consulenza sul proprio rapporto di lavoro a nero, o per fare causa. Andremo semplicemente tutti insieme a presentare denuncia: perché insieme? Perché abbiamo già provato che così veniamo ascoltati.
Vi ricordate di Sara, la ragazza che qualche tempo fa denunciò pubblicamente che all’’ispettorato del lavoro di Napoli non avevano voluto raccogliere la sua segnalazione riguardante il suo lavoro a nero in un B&B (se non lo ricordate, la sua storia la trovate qui)? Decidemmo di accompagnarla e, “miracolosamente” (in realtà grazie alla presenza di diversi solidali e al ricordo delle precedenti “visite”) l’ispettorato accolse la stessa identica richiesta di controllo, fece un controllo e trovò conferma di quanto raccontava Sara: c’erano dipendenti a nero, che in seguito al controllo (e quindi grazie alla nostra piccola “forzatura”) sono stati regolarizzati.
Tutto bene allora? Insomma. Il problema più grande di chi lavora a nero, infatti, è che…deve lavorare! Questa strana abitudine rende difficile organizzarsi ogni volta per andare all’Ispettorato, segnalare, riuscire a far accettare la segnalazione o la denuncia…Del resto anche gli ispettori non se la passano bene: sono sotto organico, in numero assolutamente insufficiente per il territorio da controllare, e le nuove disposizioni non facilitano il loro compito…abbiamo pensato, quindi, di scrivere una bella raccomandata al dott. Cantisano, direttore della sede napoletana, con la quale chiedevamo poche cose: la possibilità di segnalare come associazione le irregolarità di cui veniamo a conoscenza, la possibilità di avere dei riscontri sull’esito eventuale delle segnalazioni e, per finire, una documentazione più dettagliata sull’attività ispettiva e sui suoi esiti nel nostro territorio. Inviamo la raccomandata online il 27 Aprile, con tanto di ricevuta di ritorno, e… NESSUNA RISPOSTA. Eppure da oltre due anni animiamo una campagna di mobilitazione e denuncia in città sul lavoro nero, specialmente nel settore emergente del turismo, quindi, senza pretendere chissà quali attenzioni, diciamo che il dott. Cantisano un caffè ce lo poteva offrire!
Ma noi non siamo gente che cede facilmente! Capirete, abituati ai soprusi che dobbiamo subire sui posti di lavoro, non ricevere risposte a poche domande non ci turba più di tanto…ma ci tocca ritornare! Ecco il motivo della nostra nuova visita il 20 Giugno prossimo: vogliamo incontrarci di nuovo con gli ispettori, presentare le denunce e soprattutto ragionare insieme sul fatto che, nonostante tutti i limiti e le restrizioni che le circolari ministeriali impongono a quest’ente, non è normale dover battagliare singolarmente e collettivamente per pretendere la normalità; non è normale dover sperare che l’ispettore che ci sta davanti sia “sensibile” alle rivendicazioni dei lavoratori, per avere attenzione.
Ma lo scopo della gita collettiva è anche un altro: trovarsi fianco a fianco, uniti, tra lavoratrici e lavoratori di attività che spesso sono vicinissime ma che magari non sono mai riusciti ad incontrarsi e, soprattutto, mai riusciti a riconoscersi nell’uguaglianza delle condizioni di sfruttamento, ci sembra sia una cosa enorme. Serve a rendersi conto che non siamo soli, che ci sono tante altre “mosche bianche” che si danno forza l’un l’altro, che provano a fronteggiare questo problema insieme, a far sì che la forza di uno sia la forza di tutti.
È giunto il tempo, quindi, che alla “rinascita” di questa, come di tante altre città, corrisponda una rinascita dei diritti e della sicurezza per tutti i lavoratori, e che questo riscatto possa partire proprio dai lavoratori stessi. Attenzione, padroni e padroncini: degli spettri si aggirano per la città.