La Stellantis, con sede in Olanda, è un’enorme multinazionale del settore automobilistico e possiede oltre alla FIAT, 13 marchi automobilistici: Abarth, Alfa Romeo, Chrysler, Citroën, Dodge, DS Automobiles, Jeep, Lancia, Maserati, Opel, Peugeot, Ram Trucks e Vauxhall. L’azienda registra utili e profitti alle stelle. In costante crescita è anche il sito di Pomigliano, che ad oggi conta circa 5 mila operai e registra un costante aumento della produzione. Gli operai della fabbrica del napoletano sono stati “invitati” ad aumentare la produttività, a effettuare più turni e a lavorare di sabato. Tutto questo accade senza nuove assunzioni e nonostante il sito di Pomigliano abbia 900 operai in cassaintegrazione. Senza un incremento del personale, i ritmi sono diventati ancora più infernali. L’organizzazione del lavoro è quella imposta da Marchionne, basata sulla minimizzazione di qualsiasi movimento fisico degli operai che non sia collegato alla produzione e con l’eliminazione delle pause.
In questa situazione, molti operai di Pomigliano, hanno sviluppato patologie muscolo-scheletriche. In catena di montaggio si lavora a ciclo continuo, le pause sono solo 3 e durano solo 10 minuti, mentre le condizioni igieniche e di vivibilità dello stabilimento sono pessime. Contemporaneamente il Gruppo ha avviato le procedure per allontanare il personale in esubero del settore amministrativo-contabile: 28 lavoratori della FCA Services di Pomigliano, che dovrebbero essere trasferiti in un’azienda con sede legale alle Bermuda e senza nessun sito produttivo in zona. Si tratta di una chiara procedura preparatoria al licenziamento.
Non possiamo continuare a permettere alle multinazionali di utilizzare i lavoratori e i nostri territori come dei limoni da spremere fino all’ultima goccia, mentre spremendo spremendo gli unici che si arricchiscono davvero sono i proprietari del gruppo. È necessario fin da subito accompagnare le rivendicazioni immediate dei vari reparti di Pomigliano, con obiettivi come una drastica riduzione dei ritmi, il ritorno al contratto collettivo nazionale metalmeccanico, la riduzione dell’orario di lavoro a parità di paga, l’adeguamento del salario all’inflazione per tutti gli operai Stellantis e la tutela del posto di lavoro per i lavoratori della FCA Services.