Di Marco Morra
Si è svolta ieri la grande assemblea cittadina per i lavoratori e le lavoratrici della #Whirlpool. Si è svolta a Castel dell’Ovo, un luogo simbolico della città di #Napoli, l’emblema della resistenza di un popolo che, più volte invaso da reami stranieri, ha sempre dovuto combattere per rimanere libero e indipendente.
Oggi, la lotta di questo popolo si organizza contro una multinazionale statunitense, emblema dello strapotere e della violenza del grande capitale ai danni dei lavoratori, dei territori, delle economie locali.
Da questo luogo, diversi mesi fa, iniziò una campagna di solidarietà cittadina in sostegno dei lavoratori della Whirlpool con un immenso striscione calato dall’alto delle mura del castello. Era il 5 giugno di quest’anno, appena 6 giorni dopo la notizia della volontà di cessione dello stabilimento di Via Argine, il Mattino intitolava: “Blitz di Potere al Popolo al Castel dell’Ovo: La Whirlpool non si tocca”.
La Whirlpool non si tocca. Questa è la degna conclusione dell’assemblea cittadina del 25 ottobre. La vertenza dei 420 lavoratori di Via Argine entra nella sua fase più calda e la città si stringe intorno a questa lotta, comunicando alla Whirlpool e al Governo un messaggio inequivocabile: non permetteremo che dallo stabilimento di Via Argine escano macchinari e mezzi di produzione, la Campagna #NapoliNonMolla farà la propria parte per rafforzare fisicamente il presidio e impedire ogni smantellamento.
L’#Assemblea di ieri è stata partecipatissima, dando un segnale molto forte: gli operai e i cittadini non abbassano la testa, la lotta va avanti, con determinazione, entusiasmo, non c’è spazio per piangersi addosso, puntiamo alla vittoria. Centinaia i lavoratori presenti, tutta la Whirlpool di Napoli, decine di operai dell’indotto, delegazioni dalla Whirlpool di Siena, dalla vertenza Apu, dall’Ilva di Taranto.
Senza dimenticare le decine e decine di militanti dell’#ExOpg e di #PotereAlPopolo che con grande umiltà hanno lavorato nell’ombra per far riuscire nel migliore dei modi questa giornata, costruire il corteo insieme ai lavoratori, organizzare l’assemblea con le istituzioni locali e i rappresentanti del mondo intellettuale.
Pur nel rispetto del principio fondamentale secondo cui sono i lavoratori a decidere sul proprio destino, l’#Assemblea è riuscita a produrre un discorso autonomo, forte, critico rispetto alle narrazioni dominanti che vogliono farci credere che sia impossibile l’intervento pubblico dello Stato per garantire la continuità produttiva e la piena occupazione. Queste narrazioni sulla presunta impossibilità dell’intervento pubblico, infine, rischiano di favorire l’Azienda, non gli operai, giustificando la debolezza del Governo di fronte alla multinazionale statunitense, la sua non volontà di agire in maniera decisa per difendere il lavoro e le piccole aziende dell’indotto, anche contro gli interessi della multinazionale.
Contro queste narrazioni, si sono espressi Paolo Maddalena, giurista e ex Presidente della Corte Costituzionale, ed Emiliano Brancaccio, economista e docente all’Università del Sannio.
Paolo Maddalena ha spiegato che la Costituzione italiana, e in particolare gli articoli 41-42, pone dei limiti insuperabili alla libertà di movimento delle aziende private, nei termini in cui prescrivono che “l’iniziativa economica privata è libera purché non si svolga in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà e alla dignità umana” e che la proprietà privata è “riconosciuta e garantita dalla legge” in quanto “assicura la funzione sociale”, ovvero la tutela degli interessi pubblici, dei cittadini, dei lavoratori, del territorio. In caso contrario lo Stato può e deve intervenire con ogni mezzo necessario per garantire la sicurezza, la dignità, la libertà dei cittadini.
Emiliano Brancaccio, invece, ha mostrato che le giustificazioni dell’Ad della Whirlpool rispetto alla non produttività del sito di Napoli sono infondate poiché lo stabilimento di Napoli partecipa al di sotto dell’1% alle variazioni del fatturato complessivo dell’Azienda: “affermare quindi che i problemi della multinazionale si concentrino a Via Argine è semplicemente ridicolo”, una scusa che non regge. Per questo, ha aggiunto Brancaccio, “se lo Stato, se gli enti locali, se le parti sociali sottoscrivono degli accordi quadro con una grande multinazionale, allora nella logica stessa di quegli accordi, è necessario che in caso di defezione la multinazionale paghi pegno. E questo pegno è quello che già possiamo trovare nella Costituzione della Repubblica, nel caso di chiusura dello stabilimento contro accordi precedenti si deve procedere all’espropriazione pubblica da parte dello Stato con indennizzo minimo o al limite con indennizzo nullo per i privati.”
Oggi più che mai è importante continuare a costruire e a estendere solidarietà, far crescere la campagna di solidarietà, sostenere la cassa di resistenza per lo sciopero permanente, sensibilizzare la cittadinanza e le istituzioni locali. Oggi più che mai, poiché, stando alle ultime indiscrezioni del #Governo, sulla stampa di oggi, pare che l’ipotesi ora in campo sia quella di varare un provvedimento che sospenda per tre mesi la procedura di cessione del ramo di azienda per avere il tempo di trovare un nuovo acquirente competitivo.
Questa proposta del Governo fa schifo, diciamocelo chiaramente. Fa schifo perché de-responsabilizza lo Stato nei confronti del destino dei lavoratori di Via Argine e dell’indotto, e scarica ogni responsabilità su fantomatici salvatori privati, che al momento non esistono. Fa schifo perché non dice una sola parola sulle eventuali condizioni alle quali questi acquirenti dovrebbero rilevare la produzione. Fa schifo perché non pone una risposta ai problemi strutturali del Mezzogiorno e perché non prevede sanzioni vere per la Whirlpool, lasciandola impunita e libera di operare in maniera predatoria anche negli altri 5 stabilimenti che in futuro rischieranno di vedersela male.
Gli operai da mesi stanno ribadendo queste condizioni fondamentali: continuità produttiva e piena occupazione, nessuna riconversione, garanzie da parte dello Stato.
Sono queste le uniche condizioni alle quali si possono preservare i posti di lavoro di tutti e mille i lavoratori della Whirlpool e dell’indotto!!!
Ieri è stato un momento importante di mobilitazione cittadina, ma la lotta continua!
Il 31 ottobre saremo di nuovo tutti in piazza accanto ai lavoratori della Whirlpool, come studenti, lavoratori precari, disoccupati, e ancora come attivisti di #PotereAlPopolo per un altro momento di mobilitazione cittadina e del mondo del lavoro per ribadire al Governo che Napoli Non Molla, che non ci faremo prendere in giro, che lotteremo fino a quando non otterremo garanzie certe di piena occupazione e continuità produttiva, per i lavoratori della Whirlpool, per il futuro produttivo ed economico di questa città.