28 anni fa, il 17 maggio 1990, l’Organizzazione Mondiale della Sanità rimuoveva l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali.
Nel 2007 l’Unione Europea ha istituito la giornata contro l’omofobia che si è estesa anche alla “bi” e “transfobia”. Eppure, statistiche ed esperienze di vita quotidiana ci propongono, ancora oggi, un quadro sempre più spaventoso: il nostro Paese è il più discriminatorio dell’Europa Occidentale.
Addirittura, molti italiani, secondo l’Istat, ritengono che le persone omosessuali non dovrebbero rivestire cariche quali quelle di insegnanti e medici. L’80% degli italiani è contrario all’adozione di bambini da parte di coppie gay; Il 55% ritiene che gli omo, bi e transessuali debbano “essere più discreti nel manifestare la propria sessualità”. Senza parlare delle discriminazioni sul posto di lavoro o della difficoltà a trovarne uno a causa della propria identità di genere o orientamento sessuale!
Una cornice che adorna quadri di violenze: nell’ultimo anno i casi di aggressioni sono gravemente aumentati, soprattutto nel Centro-Nord e in particolare nelle scuole. Solo in Italia si registra un caso ogni tre giorni, mentre il progetto di legge contro l’omofobia è fermo in Senato dal 2013.
Anche lo sfondo europeo non dà buoni riscontri, anzi conferma il clima di odio e censura espresso in maggiori limitazioni di libertà e diritti, in aumenti di arresti e torture secondo l’ultimo report di Amnesty International.
Siamo stanchi di dover assistere a tutto questo e di subire in silenzio!
Cos’è davvero innaturale o immorale? L’ignoranza, la paura, la violenza! Chi, invece, dovrebbe mettere giù le mani da scuola, sanità e mondo del lavoro? Sicuramente i politici e gli imprenditori che li hanno distrutti, che ci rovinano la vita togliendoci diritti e nel frattempo fomentano l’odio verso chi considerano “diverso”.
Per questo, oggi e sempre, continueremo a credere e lottare per un mondo più libero e consapevole, contro odio ed indifferenza, per la parità dei diritti civili, dei salari e nell’accesso al mondo del lavoro, per un’educazione che miri a decostruire il sessismo ed educhi al riconoscimento della molteplicità delle differenze!
LA DISCRIMINAZIONE NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE!