Sabato scorso si è svolto in Garfagnana (la zona montana della Provincia di Lucca), il Rally del Ciocco, competizione che prende il nome dalla tenuta di proprietà della famiglia Marcucci, a Castelvecchio Pascoli.
Tra le funzioni extra-parlamentari di Andrea Marcucci, capogruppo PD al senato, compare anche quella di consigliere di Ciocco spa, la società che controlla il centro turistico fondato all’inizio degli anni ’70 dal padre Guelfo e considerato il primo “resort” italiano, alla cui promozione contribuirono i ritiri estivi pre-campionato delle squadre di calcio. “La mia famiglia – ha raccontato il senatore dem – rimane proprietaria al 100% dell’immobile nonostante abbia stretto accordi con partner americani per la gestione”. Per la ricettività alberghiera, infatti, Il Ciocco è del Gruppo Marriott ed è stato rinominato “Renaissance Tuscany Resort”.
È gestito da Shaner Ciocco (già Gestioni alberghi), altra società di cui Marcucci risulta consigliere.
Ma torniamo a sabato.
Per permettere lo svolgimento della gara automobilistica – valevole per il campionato italiano della specialità e alla quale ha preso parte in veste di concorrente lo stesso senatore PD, al volante di una Skoda Fabia R5 –
sono state chiuse al transito per tutto il giorno ben tre strade provinciali:
la provinciale 69 Careggine-Castelnuovo, dal primo mattino fino a oltre le 20, con due piccole riaperture della viabilità, di un’ora e di 15 minuti, in tarda mattinata e nel pomeriggio; il tratto di strada comunale nel comune di Villa Collemandina compreso tra l’intersezione con la Sp 72 (passo delle Radici) e l’intersezione con la Sp 48; il tratto di strada comunale di Molazzana dall’intersezione con la Sp 41 (Gallicano-Molazzana) in località Rio fino all’intersezione con la Sp 43 di Monteperpoli.
Queste chiusure hanno provocato, tra l’altro, la sospensione delle lezioni per gli alunni delle scuole interessate dalla competizione. Il fatto ha suscitato la protesta degli insegnanti della scuola secondaria di primo grado di Camporgiano, che con una lettera alla stampa hanno espresso tutto il loro disappunto.
Riportiamo di seguito il testo, sottoscrivendolo e aggiungendo una domanda:
È possibile sacrificare il diritto di tutti a poter svolgere le proprie attività – lavorative e non – per il l’interesse di un privato?
“Nel momento particolarissimo e difficile che stiamo vivendo, per cui 9 su 10 studenti italiani sono costretti a fare didattica a distanza, in cui l’emergenza sanitaria sta nuovamente rendendo l’Italia una zona rossa con
poche eccezioni nelle quali fortunatamente ad ora rientriamo, una circolare stabiliva, per ieri 13 marzo, la “sospensione del servizio di trasporto scolastico” per gli alunni che vivono nei luoghi interessati dal 44esimo
Rally “Il Ciocco e Valle del Serchio”.
Dopo tutte le polemiche che hanno investito il mondo della scuola in questi mesi e la necessità di dare assoluta priorità alla didattica in presenza, questa “giustificata” impossibilità di alcuni alunni di venire a scuola ci suona come un paradosso. È vero, si tratta solo di un giorno, ma il significato che i giovani (e non solo loro) colgono è: “il rally è più importante della scuola”, “al rally e ai suoi possibili assembramenti non si rinuncia nemmeno nel pieno di una pandemia”.
Non siamo d’accordo che la scuola sia sacrificabile di fronte a questa manifestazione che, peraltro, stona non poco con il tipo di ecoturismo a cui cui la nostra Valle punta e con la grave crisi ambientale nella quale siamo immersi”.