La torre della Cigna è uno dei simboli cittadini della più efferata speculazione edilizia del territorio.
Un grattacielo di 19 piani costruito nella periferia nord della città è diventato il simbolo più importante di un’occupazione di chi la casa non ce l’ha.
Occupata a Marzo del 2016 da 20 famiglie con il sostegno di Asia USB, ha visto transitarvi centinaia di persone in difficoltà, 8 nascite e ahinoi anche 3 decessi.
È stata un’occupazione che ha scelto sin da subito la via della completa autogestione, dandosi delle regole collettive da rispettare.
È importante ricordare che nel 2016 la nostra città era in testa alle classifiche del numero di sfratti in proporzione alla popolazione.
Dopo un lungo e non semplice percorso finalmente oggi è arrivata la soluzione per le tante famiglie che vi abitavano e che avevano invece diritto a delle assegnazioni pubbliche. Quasi tutte le famiglie hanno ricevuto una sistemazione dignitosa e sono prossime a delle assegnazioni di alloggio popolare avendone maturato i requisiti.
La consegna della chiavi da parte degli occupanti ai proprietari dell’edificio si è svolta senza l’intervento della forza pubblica, a dimostrazione di come sia importante e decisiva la sinergia tra occupanti, sindacati e amministrazione senza dover per forza ricorrere a inutili prove di forza verso chi subisce già sulla propria pelle enormi difficoltà senza vedersi riconosciuti i propri diritti. Come spesso si è detto il problema abitativo non deve essere in mano alle questure e prefetture, ma ai servizi sociali.
Da giugno ci troveremo però nuovamente a fare i conti con una situazione estremamente critica perché ci sarà lo sblocco dei provvedimenti di esecuzione degli sfratti. I numeri sono molto preoccupanti e il nostro territorio non può sostenere altre crisi emergenziali.
L’abbandono negli anni delle politiche pubbliche per la casa, con conseguenti privatizzazioni, demolizioni e svendite degli alloggi popolari ha portato a questa situazione, si devono riacquisire gli immobili pubblici ed investire su di essi, e ne devono essere costruiti di nuovi
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