Vittorio Cateni, coordinatore livornese per Potere al Popolo e candidato per Unione Popolare:
“Siamo qua perché vogliamo la verità e pensiamo che ci sia un traffico illegale di armi che da Livorno arriva ad armare la polizia iraniana. Tajani ha affermato che nessuna autorizzazione verso l’Iran è stata concessa, ma noi abbiamo ragione di credere che ci sia stata una triangolazione, probabilmente tramite un’azienda turca. Le foto pubblicate da france 24 sono chiare: i tondelli delle cartucce ritrovate in piazza riportavano la dicitura Cheddite. Ribadiamo la nostra posizione per cui il Governo dovrebbe aprire un’inchiesta e tracciare con ogni mezzo necessario le esportazioni della Cheddite, in particolare quelle verso l’area Medio Orientale, perché attualmente noi non potremmo esportare nessun componente verso l’Iran. In questo caso le cartucce vengono riempite di pallini di metallo che vengono sparati sulla folla per “tracciare” i manifestanti: chi si presenta in ospedale per l’asportazione dei pallini viene immediatamente identificato ed arrestato. Gli effetti sul fisico sono devastanti, oltre a uccidere questi pallini lasciano danni irreversibili sul corpo (numerosi i casi di perdita dei bulbi oculari). Si chiude un occhio su questi scambi commerciali (come già accaduto per munizioni a marchio Cheddite ritrovate in Myanmar durante un periodo di forte repressione interna) perché l’industria bellica in Italia vale meno dell’1% del Pil, ma è una lobby che riesce ad esprimere il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ex presidente AIAD e un passato con ruolo da dirigente in Leonardo. Faremo un’iniziativa proprio su questo Mercoledì 22 alle 19.00, presentando il libro “Affari di Piombo” alla Casa del popolo Heval di via Mentana 13, in presenza dell’autrice Futura D’Aprile. È l’occasione per approfondire il profondo rapporto fra industria bellica e politica italiana; perché proprio il governo, senza agire, sta di fatto aiutando un paese terzo nella repressione del proprio popolo, senza rispetto alcuno di qualsiasi diritto sociale e civile sancito dalla comunità internazionale.
Poiché non ci fidiamo di questo governo, ci stiamo muovendo direttamente con un’inchiesta indipendente, di cui questo esposto è parte. Faremo in modo che non cali il silenzio su questa vicenda, partecipando sia al presidio cittadino indetto dal Coordinamento Livornese per il ritiro delle missioni militari all’estero per venerdì 24 febbraio, sia alla chiamata nazionale a Genova il 25 febbraio da parte del Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali (CALP), che da anni denuncia e vive sul proprio posto di lavoro l’export di armi anche verso territori che sono attualmente coinvolti in conflitti che vanno contro l’articolo 11 della Costituzione.”
Aggiunge Aurora Trotta, Consigliera Comunale di Potere al Popolo:
“Livorno per la sua storia, deve essere in prima fila nella lotta per la pace. Oggi discuteremo in aula la nostra mozione che impegna il Sindaco a fare quanto in suo potere per accertare la destinazione delle vendite della Cheddite e soprattutto perché si faccia portavoce di due richieste verso il Governo: il blocco delle esportazioni della Cheddite fino all’avvenuto accertamento dell’avvenuta infrazione del divieto di vendita di armi nei confronti del governo iraniano, il rispetto delle leggi sull’export di armi in particolare verso l’Iran. Vedremo se la maggioranza di centrosinistra e la destra oggi al governo passeranno dalle parole ai fatti: tutti si dicono solidali con il popolo iraniano, ora serve una presa di posizione chiara contro un possibile traffico di armi che sta reprimendo la lotta popolare in quel paese, come già avviene in Egitto, Turchia, Yemen etc., paesi che non brillano per il rispetto dei diritti umani e che sono tra i principali clienti della nostra industria bellica.
EDIT: Qui il testo finale della mozione approvata a maggioranza, con un solo astenuto, dal Consiglio comunale di Livorno