E’ davvero scandaloso come si sta comportando il governo e la regione guidata da Rossi e dal Partito Democratico riguardo all’appalto del trasporto pubblico.
Per quale motivo si stanno regalando soldi a un’azienda privata (cifra che con CTT Nord potrebbe aggirarsi sui 2 milioni di euro al mese) che ha diminuito di quasi il 40% le corse a causa del coronavirus, ma percepisce la stessa quantità di soldi pubblici?
Perché la realtà è che l’azienda ha messo in cassa integrazione ben 504 lavoratori tra Livorno, Lucca, Massa e Pisa, ma i soldi che guadagna dalla Regione sono rimasti inalterati. E per di più gli stipendi di questi lavoratori, erogati all’interno della cifra dell’appalto dalla Regione, oggi vengono pagati dal fondo di solidarietà bilaterale. Qualora questo fondo, autofinanziato oltretutto in buona parte dai lavoratori, dovesse esaurirsi (e accadrà a breve visto che ci attingono numerose aziende in tutto il paese), il tutto verrà pagato come da DPCM del 17 marzo, dallo Stato! E per finire, i lavoratori non prendono neanche lo stipendio pieno in questa fase in cui l’azienda li sta lasciando a casa.
Ricapitolando: gli stipendi dei lavoratori invece che essere pagati in toto dall’azienda, sono pagati dalla Regione, dallo Stato e dai lavoratori stessi, ma Ctt nord, i soldi della gara se li mette in tasca e ai dipendenti viene decurtato il salario.
Ma andiamo per gradi.
Per prima cosa vogliamo dire che l’azienda Ctt nord, che per anni ha gestito il servizio del Trasporto Pubblico Locale a Livorno, in data 19 marzo 2020 ha definitivamente perso l’appello che ha decretato che nella regione Toscana, il TPL sarà gestito da Autolinee Toscane (Ratp) come da aggiudicazione di gara d’appalto.
Ma al momento c’è stata solo l’aggiudicazione e si sta procedendo in mezzo a innumerevoli ricorsi, al passaggio di beni mobili, immobili e del personale. Ma la transizione definitiva è prevista per l’estate.
Quindi al momento gli autobus sono gestiti da Ctt. Ma come sta gestendo il servizio l’azienda?
L’azienda ha richiesto l’aiuto del fondo bilaterale di solidarietà (una sorta di Cassa Integrazione) per ridurre il servizio “prevedibilmente fino al 31 maggio” come scritto in data 6 aprile. Ma a questo punto ci chiediamo: di quanto ha ridotto la Regione Toscana il contributo a Ctt per svolgere il servizio?
Ve lo diciamo noi: di niente, anzi nell’ultimo decreto, il Governo ha scritto a chiare lettere all’art. 92 comma 4 bis: “[…] sui gestori di servizi di TPL non possono essere applicate dai committenti dei predetti servizi, anche laddove negozialmente previste, decurtazioni di corrispettivo, né sanzioni e/o penali in ragione delle minori corse effettuate e/o delle minori percorrenze realizzate dal 23/2/2020 al 31/12/2020.”
Quindi l’azienda non paga più gli stipendi pieni dei lavoratori che tiene a casa, ha minori costi di carburante effettuando meno corse, e di conseguenza minori costi di manutenzione, e costo zero sul salario di questi dipendenti.
In pratica il pubblico paga due volte lo stipendio di lavoratori che svolgono un lavoro per una ditta privata, e loro percepiscono anche un salario decurtato rispetto a quanto gli spetterebbe.
Bisogna che Rossi e il PD intervengano a sanare questa situazione, che non sappiamo se si ripete in ogni città del paese, perché un silenzio su questa cosa, rischia di sembrare quasi una buonuscita per chi ha perso un appalto dopo che se lo è aggiudicato direttamente per molti anni e ha provato a tenerselo con le unghie e con i denti facendo continui ricorsi.
Dunque chiediamo che il Governatore in carica Enrico Rossi e il Presidente del Consiglio Conte, sanino al più presto questa situazione riportando il diritto e la giustizia sociale tra i lavoratori del Trasporto Pubblico, e evitando lo sperpero di risorse dello Stato, a danno di privati inadempienti che si sono anche rifiutati di compensare la perdita salariale dei lavoratori sospesi dal servizio.
P.s. per Ctt nord parliamo di circa 432 lavoratori su 1080 per quanto riguarda il personale a bordo, 17 su 123 delle manutenzioni, e 55 su 224 impiegati e altro personale.
Tra salari non pagati, decurtazioni di stipendio, bonus vari e contrattazione di secondo livello, risparmi su gasolio di vetture che non viaggiano e sulle manutenzioni non effettuate, si potrebbe arrivare a una cifra di 2 milioni di euro al mese. Parliamo di soldi pubblici ricevuti in egual misura, a fronte di un risparmio di oltre il 35% sul costo del lavoro e di un altro 40% circa su carburante e manutenzioni, per non parlare del risparmio sui ricambi.
Attendiamo anzi di vedere cosa succederà al passaggio di consegne all’azienda subentrante per la gestione del trasporto pubblico regionale per vedere i bilanci, l’ammontare dei Tfr da trasferire ai lavoratori, e tutte le altre spettanze che devono essere messe a bilancio con soldi alla mano.
Quindi fin da oggi pretendiamo che sia fatta chiarezza su tutti questi aspetti, perché mai come oggi, i soldi pubblici servono a sostenere le persone in difficoltà economica anche solo per fare la spesa e per migliorare il servizio sanitario che ha enormi difficoltà.