Ieri Matteo Salvini è venuto a Livorno. Molte persone si sono rifiutate di ospitare la sua iniziativa respingendo il suo messaggio razzista nella nostra città.
Chi invece gli ha trovato posto per 30 denari o poco più (350 euro) è stato il Vescovo pisano Giusti e la Chiesa livornese. Mentre il messaggio cattolico prevede accoglienza e fratellanza, e lo stesso pontefice ha messaggi lontani anni luce dall’idea leghista, ecco che il vescovo della nostra città dà voce al leader di un partito che aveva tra i suoi candidati l’attentatore di Macerata.
Come se non bastasse la calata di Salvini e le follie securitarie poliziesche hanno blindato la città e costretto alla chiusura tutte le attività commerciali di via della madonna.
Quasi 300 persone hanno voluto ribellarsi alla presenza di un seminatore d’odio e al suo becero populismo. Alle sue bugie di essere dalla parte dei più deboli quando invece la sua proposta fiscale prevede la Flat Tax che serve solo ai ricchi per pagare meno tasse e quindi avere meno servizi pubblici. Si fa tanto vanto di combattere l’austerity e poi propone il presidente della BCE con un passato in Goldman Sachs come Mario Draghi, per il ruolo di Presidente del Consiglio.
Vogliamo anche dire che ci siamo stancati delle narrazioni delle contestazioni. Per la visita della Meloni si sono dipinti dei manifestanti come chissà quali aggressori quando invece non è accaduto alcunché. Oggi alla visita di Salvini c’è stata una contestazione molto pacifica ma rumorosa, con anche la musica di Roberto Luti che ringraziamo per la presenza; eppure ci sono anche stavolta voci critiche, Salvini ha voluto comunque attaccare i Centri sociali (dicendo falsamente che non pagano le bollette) e i manifestanti dipingendoli come “quei quattro delinquenti che sono fuori”.
Molto bello lo striscione che è stato affisso all’angolo di via della madonna che recitava: “Antifascisti dal 1591. Leggi Livornine: qui nessuno è straniero. A Livorno il razzismo non passerà”. Una storia e una tradizione che sentiamo nostra e vogliamo portare avanti.
L’accoglienza non impedisce di avere idee chiare anche in molti altri campi, e volevamo sentire quali bugie il leader leghista sarebbe andato a raccontare nella sala diocesana. La polizia inizialmente ha lasciato passare i nostri candidati, ma gli organizzatori gli hanno impedito di entrare. Valentina Barale, candidata al collegio uninominale per Potere al Popolo all’arrivo di Salvini si è presentata e ha chiesto di poter entrare e assistere al suo dibattito. Il leader leghista probabilmente sorpreso da questa richiesta ha fatto spallucce ma poi ha risposto che non potevamo entrare essendo un’iniziativa della Lega. A quel punto sulla porta si è presentata la digos che ci ha detto che gli organizzatori non gradivano la presenza dei nostri candidati all’interno della sala. Evidentemente qualcuno aveva paura di domande scomode o forse non sono così democratici come sbandierano dopo contestazioni più pesanti, è la democrazia a corrente alternata tipica di chi la democrazia non sa neanche cosa voglia dire (in realtà vuol dire Potere al Popolo!!!)
Come se non bastasse le bugie del politico leghista sono andate avanti indisturbate all’interno della sala dove ha voluto dire “io adoro anche confrontarmi con chi non la pensa come me, però a volto scoperto e in maniera tranquilla”. Caro Matteo ci sono innumerevoli video dove scappi da un confronto con una nostra candidata e ci vietate di partecipare al dibattito nella sala. Conosciamo i nostri polli e come sempre vi abbiamo smascherato anche stavolta, politicamente e mediaticamente la nostra città ti ha dato un sonoro schiaffo che fa pure più male di uno sputo.
Potere al Popolo Livorno