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LAZIO. NESSUNA NUOVA ASSUNZIONE IN SANITA’! PER ZINGARETTI AFFRONTIAMO ANCHE LA TERZA ONDATA SENZA ORGANICO!

Il 22 febbraio eravamo presenti anche noi al tavolo con la Regione Lazio, ottenuto a seguito delle mobilitazioni di questo autunno, a cui erano presenti il vice capo di gabinetto e la direzione Salute Lazio. Dall’incontro è emerso chiaramente che non sta venendo rispettato nemmeno il piano di assunzioni pre pandemia 2020-2022, approvato nel 2018.

Dopo il periodo del commissariamento, con il blocco del turnover, che ha significato una riduzione drastica dei servizi e la chiusura di strutture sanitarie, si era arrivati ad un chiaro sottodimensionamento del personale. Il piano assunzioni 2018 sembrava una, seppur insufficiente, inversione di tendenza.

A quasi un anno dallo scoppio della pandemia scopriamo invece che le assunzioni fatte (la graduatoria del Sant’Andrea non è ancora stata esaurita!), non hanno potenziato l’organico, ma hanno solo colmato i pensionamenti, cresciuti con quota 100. Ad oggi si continua a lavorare con la disponibilità di organico del 2018 nonostante i carichi sul sistema sanitario regionale e su tutto il personale sia aumentato enormemente. Ci ricordiamo che oggi siamo nel mezzo della terza ondata di epidemia e in Regione si contano più di 6000 morti dall’inizio della stessa.

Non ci sorprendono quindi le ambulanze ferme per mancanza di organico, l’attivazione più che tardiva delle USCA, cioè dell’assistenza territoriale per COVID 19, e il mantenimento di interi rami esternalizzati, emblematico è l’esempio dell’ARES 118, in cui la metà del suo parco macchine con tutto il personale è affidato a società private, così come negli ospedali molti servizi sono esternalizzati , con cooperative, fonte Onlus, che forniscono manodopera ( infermieri, OSS, e persino medici).

Una situazione che ha precise responsabilità politiche, dall’assessore D’Amato al presidente Zingaretti.

Cosa servirebbe oggi? Per noi che abbiamo una visione chiaramente diversa dall’assessorato alla Sanità di questa Regione, ossia per noi che crediamo nella Sanità Pubblica, servono :
  1.  Un piano di assunzione straordinario (oltre a quello del 2018)
  2.  la riapertura delle strutture dismesse dal Forlanini al San Giacomo
  3.  il funzionamento efficiente del 118 destinato alla sua funzione primaria che è il l’Emergenza,
  4.  il funzionamento delle USCA
  5. un piano vaccini all’altezza
  6. tamponamento di massa
  7. la requisizione delle strutture private e non la concessione di reparti Covid, molto remunerativa, che tuttavia, non sono in grado di gestire fino in fondo, avvalendosi del 118 pubblico per il trasferimento urgente dei pazienti critici, in Ospedale pubblico!

Tutto questo significa una ripubblicizzazione immediata di tutto il Servizio Sanitario Regionale con la fine della speculazione privata sulla nostra salute.

Avranno mai il coraggio di farlo? Troppi interessi in gioco. Per noi l’unico interesse è la Sanità Pubblica poiché la Salute è un diritto universale e lotteremo per riprendercelo!

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