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LAVORATORI LTM-ABATE: Le voci di una lotta contro lo sfruttamento a Catania!

Intervengono:

  • I Lavoratori:

– Riccardo Messina: Le dinamiche del licenziamento.

– Natale Giuffrida: L’inchiesta, rendersi conto dell’ingiustizia.

– Salvo Scarlata: Cosa dimostra quest’inchiesta rispetto al mondo del Lavoro? Di quali dinamiche siamo stati vittime?

  • La giornalista:

– Marta Silvestre di MeridioNews: Perché abbiamo realizzato l’inchiesta e l’importanza della vertenza da un punto di vista giornalistico.

  •  Lo Sportello Legale Contro lo Sfruttamento: Il mondo del lavoro a Catania, organizzazione della lotta e prossimi passi.

E’ passato un anno da quando i lavoratori LTM-ABATE del magazzino Blocco Torrazza Palma sono stati licenziati ingiustamente dalla Ltm – Di Martino srl e l’Abate S.p.A, sacrificati al profitto di chi non si accontenta e non guarda in faccia nessuno per portare avanti i suoi scopi speculativi. Dopo un anno di riunioni con i lavoratori, organizzazione della vertenza legale, politica e d’inchiesta abbiamo deciso di aprirci alla città per parlare del contesto e delle dinamiche del mondo del lavoro a Catania proprio a partire dalla narrazione dei lavoratori stessi coinvolti in questa vicenda!

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Sin da quando avvenne il licenziamento abbiamo sempre affermato che questi lavoratori non fossero stati licenziati per esubero, che quel magazzino sarebbe servito all’acquirente della rete dei punti vendita dell’Abate S.p.A., cioè la Fll.Arena, e che il vero motivo del loro licenziamento fosse la non convenienza in termini di costi e tutele dei lavoratori a contratto indeterminato e con diversi scatti di anzianità; infatti oggi a quasi un anno l’inchiesta che abbiamo portato avanti con Meridionews nelle figure di Luisa Santangelo e Marta Silvestre ha dimostrato che il magazzino è in funzione e serve i supermercati a marchio Decò e Iper/SuperConvenienza della Fll. Arena, tra cui quelli precedentemente Abate di cui si occupavano i lavoratori LTM-ABATE. Nel magazzino, come se non bastasse, sembrano lavorarci molti più dipendenti di prima, ma qual’è la differenza tra i nuovi lavoratori e i vecchi? Da quello che risulta a noi la differenza è in termini di costi e tutele, come abbiamo già detto, e cioé che i nuovi lavoratori sono perlopiù giovani, a tempo determinato, che di fatto si ritrovano a lavorare a cottimo sotto il ricatto del rinnovo del contratto; in tutto questo l’ispettorato, in questi giorni coinvolto in altre vicende, non ha mai accettato la nostra richiesta di ispezioni volta a dimostrare che quel magazzino era ancora in funzione e quindi l’illegittimità del licenziamento dei Lavoratori LTM-ABATE.

Questa storia non è una storia fine a se stessa, è una storia di deregolamentazione del lavoro tanto quanto di LOTTA; è una storia che non si esaurisce con la vertenza LTM-ABATE ma che al contrario si estende a tutti noi, alle condizioni di vita e di sfruttamento nel territorio catanese e di tutto il Paese.

Non è un affermazione retorica, lo dimostrano i fatti, lo dimostra l’inchiesta fatta al magazzino LTM-ABATE, lo dimostra la recente inchiesta sull’Ispettorato del Lavoro, lo dimostra il crescente turismo e il fiorire di attività commerciali nella nostra città che di sicuro comporta un ritorno economico per qualcuno, ma questo qualcuno non sono i lavoratori sfruttati, pagati a nero e con uno stipendio da fame con condizioni di lavoro che peggiorano man mano che si va avanti nel tempo; lo dimostra l’incostante affidabilità dei sindacati ormai storica ed entrata a far parte del senso comune, lo dimostra l’inconsapevolezza o la mancanza di fiducia verso i propri diritti.

Noi dello Sportello Legale Contro lo Sfruttamento crediamo che tutto questo sia inaccettabile, che bisogna inventarsi dei nuovi modi di lottare e organizzarsi tra lavoratori o quanto meno dare una scossa di paura e incertezza a chi pensa di poter spadroneggiare sulla vita di tutti noi,bisogna formare consapevolezza dei diritti e coscienza della propria posizione.

Per questo motivo vi invitiamo a questa assemblea per riaprire assieme un libro che un certo tipo di sinistra, l’unica che ne avrebbe interesse, ha smesso di sentirsi capace di leggere e di scrivere: IL LAVORO.

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