Nella sede della Università Agraria di Bracciano, oltre una cinquantina di persone di tutte le età e di diverse sensibilità politiche di origine ci siamo riuniti a discutere.
Perchè Potere al Popolo, in generale e in particolare nel nostro territorio.
Un territorio bellissimo ma oppresso da servitù militari – il poligono di tiro dell’artiglieria ci toglie un grande pezzo di campagna, e da ciò che rimane di una enorme discarica – una collina di oltre 80 metri di altezza per molti ettari di superficie, che una lotta vincente ha chiuso anni fa evitando che sostituisse l’ecomostro Malagrotta appena chiusa a sua volta.
Abbiamo anche a Civitavecchia una centrale enel a carbone tra le più grandi del Paese e, siccome non ci facciamo mancare nulla, l’inquinamento elettromagnetico di un grande elettrodotto d’alta e media tensione ci colpisce oltre a quello della gigantesca stazione radio del Vaticano.
Poi abbiamo anche un oleodotto che alimenta col cherosene gli aerei di Fiumicino, e che è saltato un paio d’anni fa inquinando le colture di primizie di Maccarese, e poi il porto di Civitavecchia, ancora lì, completa il quadro.
Ma non basta ancora, le acque di falda che alimentano i nostri acquedotti, ora in mano ad ACEA Ato2 nonostante il referendum, sono naturalmente ricchissime di sali arsenicali e fluoruri insistendo in un territorio vulcanico, per non parlare del Lago sotto il livelli di guardia di 2 metri perche la metropoli con il suo agente ACEA lo sta succhiando letteralmente via da anni, grazie anche alla complicità di amministratori locali a dir poco insipienti.
Anche una mamma, molto incinta che comprensibilmente subito dopo l’intervento è andata a casa a riposare, ci ha detto la sua a nome del comitato dei genitori della scuola dell’infanzia in lotta. Collegando la lotta loro a quella dei maestre/i ha denunciando l’insipienza e la complicità col MIUR delle amministrazioni locali.
Ecco in questo bel territorio ricco di persistenze archeologiche etrusche, di borghi antichi e castelli e di allevamenti bradi tradizionali di bovini e cavalli, hanno persino tentato anni fa di toglierci l’ospedale – unico presidio sanitario pubblico per un raggio di 50 km e più.
Ma la Tuscia Romana e i suoi abitanti, autoctoni e immigrati prevalentemente da Roma, e i suoi immigrati da terre lontane, i cui problemi sono atuti gli effetti problemi nostri, non si arrendono facilmente e le lotte per l’ambiente e la sanità e i servizi e la scuola pubblica di questi ultimi anni hanno sedimentato sottosotto un’opinione e un’esperienza su cui il collettivo di Potere al Popolo del Lago di Bracciano fa leva per costruire una realtà politica e socialmente attiva ispirata alle linee generali e nazionali ma con caratteri di originalità locale di tutto interesse.
E’ questo in buona sostanza che ci ha tenuti tutti lì per più di tre ore in un pomeriggio di Sabato e che continuerà , oltre a molte altre cose, a tenerci insieme.