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La Rabbia non è finita – Un aggiornamento sul settore Spettacolo e Cultura

È da febbraio 2020 che lavoratori e lavoratrici dello spettacolo si sono mobilitati al fine non solo di ottenere aiuti durante l’emergenza pandemica ma anche, e soprattutto, per far sì che non si tornasse ad una normalità alle stesse condizioni lavorative di prima. Dopo quasi un anno dalla prima manifestazione nazionale del 23 giugno 2020, il settore è obbligato a scendere nuovamente in piazza.
15 Giugno 2021 > Le Briciole non ci Interessano: Manifestazione Nazionale a Roma

In questi ultimi 15 mesi ogni gruppo autorganizzato, nato in pandemia, ha prodotto documenti e avanzato proposte affinché si attui una radicale riforma del settore. In tutti i modi si è cercato di portare all’attenzione pubblica e delle istituzioni le istanze dei lavoratori e lavoratrici con occupazioni, presidi, manifestazioni, lettere, incontri.

Ancora una volta il Governo, con Conte o Draghi e il Ministro della Cultura, Franceschini (qui pure riconfermato per l’ennesima e incomprensibile volta hanno mostrato la loro arroganza nonché riconfermato la loro distanza dalle necessità delle lavoratrici e lavoratori. Al danno si è aggiunta anche la beffa. Se è vero che non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire, forse è ancora peggio chi fa finta di ascoltare.

Nei mesi si sono susseguiti incontri e prese d’impegni da parte del ministro
Le prime cosiddette interlocuzioni sono avvenute solo con associazioni datoriali e personalità celebri, principalmente artisti, capaci di rappresentare solo una parzialità privilegiata di questo mondo, redditualmente e contrattualmente parlando. Franceschini successivamente ha indetto un “tavolo di confronto” di mera facciata, con alcune gravi mancanze di rappresentanza di realtà in lotta, che dopo alcuni incontri è finito in un nulla di fatto.

A gran voce veniva richiesto un vero tavolo di confronto, fattivo e interministeriale, le competenze non sono solo del Ministero della Cultura ma anche di quello del Lavoro e dello Sviluppo Economico. Solo dopo un anno di lotta, innumerevoli presidi, manifestazioni nazionali e occupazioni di teatri affinché Franceschini, intervenuto al Globe Theatre Occupato indicesse un incontro congiunto fra lui, Orlando e lavoratori e le lavoratrici.

Il sedicente tavolo interministeriale si è riunito solo una volta, dopodiché il governo ha fatto uscire una bozza di legge delega, a sua detta già blindata nei contenuti, a cui si è chiesta una finta valutazione in audizioni congiunte di un’ora senza nessun tipo di programmazione di discussione sul merito. Ma visto che la vendetta è un piatto che si gusta freddo, ed è evidente che il Governo Draghi si voglia vendicare delle rivendicazioni e critiche mosse dalle lavoratrici e lavoratori, nel Dl Sostegni Bis sono stati inseriti articoli che sarebbero dovuti essere materia della legge delega e che avrebbero necessitato una maggiore discussione, auspicata e chiesta da chi in questi mesi si è speso affinché questo momento drammatico potesse essere occasione di rinnovamento.

In realtà ciò che viene spacciato come grande cambiamento – il cosiddetto “Welfare spettacolo” – altro non è che uno specchietto per le allodole. Poco o nulla delle richieste sono state prese in considerazione, si concedono delle briciole ma non si mette mano a un sistema malato basato su precariato, sfruttamento, assenza di tutele, mancanza di reali investimenti, disparità contrattuali.

Falsa Ripartenza Pt. 2

Intanto una parte di lavoratrici e lavoratori torna a lavorare con condizioni e proposte al ribasso e disegni di ulteriore precarizzazione. Due esempi, molto espliciti di queste “nuove condizioni”, ci vengono da Napoli e Verona.

Al Campania Teatro Festival hanno cercato di riconoscere ai tecnici una delle paghe orarie più basse d’Italia, fortunatamente l’argine espresso dalla lotta del Coordinamento Arte e Spettacolo è riuscito ad ottenere un tavolo con la direzione artistica del Campania Teatro Festival con delle prime vittorie strappate, a ricordarci l’importanza della mobilitazione e della lotta:

  1. I lavoratori e le lavoratrici verranno assunti direttamente dal festival e non più da aziende appaltatrici;
  2. almeno 10 euro in più al giorno per i tecnici per un totale di 300 euro in più in busta paga;
  3. a tutti i lavoratori che lo richiederanno saranno distribuiti i DPI;

All’Arena di Verona dove il tempo della ripartenza corrisponde ad un allestimento della Stagione Lirica realizzata con il motto “ad ogni costo” o meglio: “ad ogni taglio” che riguarderà tutto il personale a termine. Riduzioni che toccheranno le unità e il periodo produttivo, subendo anche l’arbitrario salto delle graduatorie di anzianità. Tutto questo per non incappare nel rischio di maturare mesi di lavoro utili che potrebbero portare alla stabilizzazione di tutte queste figure professionali, vero motore della farraginosa macchina da soldi che è l’Arena di Verona.

Questo far ripartire tutto senza che sia cambiato nulla purtroppo non ci sorpende. Non potevamo aspettarci altro da Draghi, un Presidente del Consiglio espressione diretta di Banche e Confindustria a tutela di interessi altri rispetto a quelli della classe lavoratrice (sia essa sul palco o dietro le quinte). Su Franceschini ci siamo già espressi sul suo ruolo e non è di certo una novità questo tipo di azione.

Qui il nostro documento sullo stato dell’arte del Ministero della Cultura e sull’operato di Franceschini https://poterealpopolo.org/tra-passato-e-futuro-dello-spettacolo-in-italia/

Alcuni Punti Critici della legge delega (di cui manca l’articolato) e del dl Sostegni bis:

Le nostre proposte

Servono misure coraggiose, rivoluzionarie, per ridisegnare un settore che per troppi anni è stato sotto attacco da politiche liberiste che hanno peggiorato la condizione di chi vi lavora e le possibilità di accesso e fruizione per la cittadinanza.

Riteniamo altresì che tutte queste misure non debbano ricadere sulla fiscalità generale ma che possano essere finanziate, oltre che utilizzando il “famoso tesoretto” in avanzo nelle casse dell’ex Enpals, attraverso un differente tipo di tassazione progressiva e con l’introduzione di una patrimoniale, Bilionaire tax, sulla fascia più ricca della popolazione per attuare una redistribuzione della ricchezza.

Per tutti questi motivi e con questi contenuti scenderemo convintamente in piazza il 15 giugno al fianco delle lavoratrici e lavoratori del settore che hanno indetto la mobilitazione.

Potere al Popolo! Cultura e Spettacolo

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