Nel Sannio innumerevoli sono le aree tutelate della comunità europea. Eppure, molti impianti ricadono in queste aree e sono stati autorizzati anche in assenza della obbligatoria valutazione di incidenza, enfatizzando quindi gli interessi privati della lobby dell’eolico. Proprio in questi giorni sono iniziati i lavori per la realizzazione di nuovi impianti eolici, questa volta nel territorio di Conza della Campania, nei pressi del Lago e dell’Oasi del WWF: alla speculazione privata, si aggiungono le disastrose conseguenze su paesaggio e avifauna.
Eppure i movimenti ambientali sono soli. Dove sono le Pro Loco, le amministrazioni, dov’è la Regione con i suoi politicanti di turno, compresi i pionieri del cambiamento? Credono davvero che il problema si risolva con i vari Piani energetici ambientali regionali (molti ancora in fase di V.A.S.)? Ad oggi, secondo l’ultimo rapporto statistico GSE, mentre in numerose Province dell’Italia centro-settentrionale gli impianti eolici sono presenti con una potenza installata non superiore all’1% del totale nazionale (e non sono rari i casi in cui sono del tutto assenti), nel Sud la Provincia di Foggia detiene invece il primato nazionale con il 21,0% della potenza eolica installata, Avellino il 7,1%, al terzo posto. L’ennesima questione meridionale.
Le turbine eoliche sono ingombranti, le pale hanno dimensioni che vanno dai 45 ai 150/180 metri di altezza e sono visibili in ogni contesto in cui vengono inserite. Tale impatto risulta fortemente aggravato in caso di alta concentrazione di impianti, come nel caso di Bisaccia e Lacedonia. Lo “Sblocca Italia” ne ha diminuito anche la distanza dalle strade, in un’area, tra le altre cose, ad alto rischio sismico e soggetta a dissesto idrogeologico.
Il GUADAGNO PRIVATO, è cosa certa, oltre che abbondante,in quanto nemmeno un euro degli utili derivati dalla vendita dell’energia sul mercato è appannaggio del pubblico e viene finanziato da un minimo del 13% ad un massimo del 25% (a seconda dei consumi) da alcune voci presenti nella bolletta (spesa per oneri di sistema) dell’energia elettrica.
A questo, seguono incendi dolosi, ad attrezzature e automezzi di proprietà di ditte che avevano vinto appalti per la realizzazione di lavori di movimento terra; bombe rudimentali nella sottostazione elettrica di trasformazione; colpi di kalashnikov contro le stesse pale eoliche, casi di suicidi di persone vicine ai “NoEolico” in circostanze dubbie, incapaci di escludere pienamente l’omicidio. Le dinamiche degli attentati non lasciano dubbi, invece, sull’INFILTRAZIONE MAFIOSA nell’affare dell’eolico in Irpinia. Le leggi vigenti non sono assolutamente una garanzia contro il riciclaggio di denaro, ma favoriscono le società che spesso sono a capitale quasi nullo. Appare chiaro che la criminalità organizzata utilizzi gli impianti eolici come strumento di riciclaggio di denaro e fonte di profitto
L’energia in quanto bene primario ed essenziale non può essere trattata come una merce e lasciata nelle mani dei privati. È necessario lottare per una incondizionata pubblicizzazione e democratizzazione dell’energia, dalla produzione alla gestione, coinvolgendo le comunità locali nei processi decisionali.
NAZIONALIZZARE QUI E ORA!