Campania

Dall’ex Opg alle Politiche, la sfida di Potere al Popolo: “Andare oltre un mero 3%”

Assemblea di Potere al Popolo

Dal centro sociale ex Opg Je so’ pazzo di Napoli per irrompere sulla scena nazionale, portando coraggiosamente la propria proposta alle elezioni politiche del 4 marzo.

Fonte: Irpinia News
di Renato Spiniello

Potere al Popolo, dalla sua nascita ufficiale a Roma lo scorso 17 dicembre, ha attecchito su sempre più territori, tra cui l’Irpinia. Qualche giorno fa a Grottaminarda, nella seconda assemblea territoriale dei collegi di Avellino, Ariano e Benevento, sono stati designati i candidati che tenteranno il salto in Parlamento. Tra loro c’è Francesca Petito, studentessa e membra dell’ex Opg, con cui abbiamo parlato proprio della proposta popolare.

Francesca, innanzitutto che cos’è Potere al Popolo?

E’ un messaggio che vogliamo mandare all’intero paese. Siamo i giovani precari alla ricerca di un futuro che molto spesso qui non c’è e siamo costretti ad emigrare. Siamo i lavoratori e le lavoratrici sfruttate tutti i giorni; siamo i pensionati che dopo aver lavorato una vita intera non arrivano neanche a fine mese. Siamo le donne che lottano contro la violenza maschile e per una vera eguaglianza fra sessi, per il rispetto delle diverse identità di genere. Siamo gli studenti e le studentesse costretti a lavorare a 16 anni “grazie” all’alternanza scuola-lavoro. Siamo quelli che la crisi l’hanno subita e che ora sono stanchi di continuare a pagarne le conseguenze.

Come nasce la sua sfida elettorale?

La sfida elettorale è partita dal centro sociale di Napoli, l’ex Opg Je so’ pazzo. Oggi viviamo in un paese dove la disoccupazione giovanile è alle stelle, aumentano le persone sotto la soglia di povertà, regnano la depressione, l’odio verso l’altro e non c’è nessuna prospettiva di miglioramento all’orizzonte. Nello scenario politico nazionale ancora una volta nessun partito avrebbe rappresentato le istanze e i bisogni popolari. Per noi, dunque, la campagna elettorale è l’occasione per dare voce a chi tutti i giorni resiste sui propri territori, sui posti di lavoro, nei banchi di scuole, nelle aule universitarie. E’ un megafono delle lotte, un momento per poterci rincontrare, costruire comunità, organizzarci e diventare una forza che non può essere più taciuta e ignorata. Il nostro obiettivo è principalmente questo, non ci interessa solo ottenere il 3%, ma andare oltre e ritornare a far circolare la convinzione che solo se ci mettiamo insieme possiamo provare ad invertire la rotta.

Quali sono i punti fondamentali del vostro programma?

Il nostro programma è stato scritto collettivamente grazie ai tanti contributi delle persone che hanno accettato la nostra sfida. In un mondo che specula sulle differenze, noi vogliamo che siano garantiti a tutti gli stessi diritti. Vogliamo un lavoro dignitoso che può permettere a tutti di vivere e non di sopravvivere; vogliamo che non ci siano più discriminazioni basate sul genere e sul colore della pelle; vogliamo che sia garantito a tutti e tutte il diritto all’istruzione e che i luoghi di formazione siano liberi dagli interessi economici; vogliamo che si smetta di continuare ad inquinare i nostri territori, che ci siano politiche ambientali che mirano a salvaguardare le nostre terre e anche la nostra salute visto che continuiamo ad ammalarci perché come sempre si sceglie di tutelare i profitti e non la nostra vita. Vogliamo che si smetta di usare la guerra per risolvere le controversie tra gli stati; abbattere i “muri” che si alzano per impedire che arrivano i migranti sulle nostre coste e che si smetta di speculare sulla loro pelle. Sono tantissimi i punti da sviscerare, ma tutto il programma è basato su dei principi per noi importanti che sono l’uguaglianza, la cooperazione, la solidarietà, la giustizia sociale. Queste sono le armi che vogliamo utilizzare per provare ad abolire lo stato di cose presenti e costruire il potere popolare. Alcuni dei mezzi con cui farlo per noi sono il controllo popolare e il mutualismo, una scuola di autorganizzazione delle masse, attraverso la quale è possibile fare inchiesta sociale, individuare i bisogni reali, elaborare collettivamente soluzioni, organizzare percorsi di lotta e controllare dal basso sprechi di denaro pubblico e corruzione.

In cosa Potere al Popolo differisce dagli altri movimenti di Sinistra come Liberi e Uguali di Pietro Grasso?

In pratica potremmo dire Liberi dal Pd ma uguali al Pd: sono le stesse persone che in questi anni non hanno mosso un dito per contrastare leggi come il Jobs Act o la Buona scuola che hanno ulteriormente precarizzato e peggiorato la nostra vita. Sono completamente distanti dagli interessi e dai bisogni di tutte e tutti noi e siamo stanchi delle loro solite promesse invano.

Ad Avellino la lista popolare ha esordito lo scorso 15 dicembre in un incontro pubblico: oltre alle politiche punterete a presentare una lista anche alle amministrative?

L’assemblea del 15 dicembre ad Avellino è stata la prima tappa di Potere al Popolo sul nostro territorio, ma si contano più di 150 assemblee territoriali in tutta Italia. Per ora siamo concentrati sul diffondere il nostro messaggio su tutti i territori che hanno accettato la sfida e ad irrompere nella scena nazionale.

Pci, Eurostop e il Comitato di lotta hanno deciso di non sostenere la vostra lista, a differenza del movimento No Triv…

Potere al Popolo sta risultando un percorso che funziona perché sta riuscendo a mettere insieme tutti: movimenti con organizzazione politiche, vecchi e giovani, comitati ambientali, collettivi, singoli ed associazioni. Anche in questa provincia ci siamo rincontrati tutti e tutte, con qualche piccolo incidente di percorso, ma abbiamo l’obiettivo di unire le nostre forze e far valere le nostre ragioni dopo anni di scelte politiche che hanno solo distrutto e desertificato la nostra terra.

Durante l’assemblea di Grottaminarda sei stata indicata come seconda candidata nel listino plurinominale alla Camera che vede capolista Roberto De Filippis. Come funzionano le vostre candidature?

Le nostre candidature sono state scelte collettivamente nelle assemblee territoriali che si sono tenute in tutta Italia. Per noi questo era uno dei passaggi fondamentali: ridare centralità ai territori non è qualcosa di astratto ma è far ridiventare protagoniste le persone e tornare a fare in modo che queste decidano sui propri territori. Inoltre i candidati della lista di Potere al Popolo non sono un semplice nome: rappresentano la faccia, le condizioni, i bisogni e i desideri di tutti quelli che in questi anni sono stati completamente abbandonati dalla politica. È una candidatura collettiva, rifiutiamo i soliti personalismi politici.

Antifascismo e antirazzismo: quanto contano questi valori per Potere al Popolo?

L’antifascismo per noi è uno dei valori più importanti e lo abbiamo dimostrato non solo a parole, ma con i fatti. Il passato non si cancella, né tanto meno il ventennio fascista. Noi la memoria non la perdiamo, anzi ora più che mai, contro questa ondata razzista che attraversa l’Europa è importante far capire da che parte stare. Non è giusto alimentare la guerra tra poveri, tra chi ha più diritto di continuare a stare su questa terra e chi meno, tra i bianchi e i neri. Rifiutiamo ogni discriminazioni di razza, di genere e vogliamo rimettere al centro i valori dell’uguaglianza e della solidarietà.

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