Liguria

Intervista a Maria Sepe, candidata sindaco per Potere Al Popolo alle elezioni d’Imperia

Fonte: Contropiano
di Giacomo Marchetti

Una prima domanda è sulla geografia politica cittadina che un tempo era un “feudo” elettorale della famiglia Scajola prima per la DC poi per Forza Italia con un ruolo di forte subordinazione della Sinistra Istituzionale, tranne che per esperienze politiche che si muovevano in netta opposizione ai due schieramenti. Chi si candida a governare la città oggi?

La geografia politica della città di Imperia ha registrato rispetto al recente passato sensibili e preoccupanti mutamenti. La compagine è fortemente compromessa dalla presenza di una destra frammentata e distribuita in modo capillare che si contende il governo della città, attualmente impegnata in un vigoroso braccio di ferro, benché si tratti sostanzialmente di due schieramenti di destra che rappresentano e difendono i medesimi interessi e che da sempre ostacolano la crescita economica, sociale e culturale della città.

In questi giorni di campagna elettorale la città di Imperia è stata sorprendentemente la meta di un vero e proprio turismo elettorale che ha messo in bella mostra il senso tutt’altro che politico della divisione a destra. C’è poi una compagine che si autodefinisce di Sinistra che si presenta candidamente alle elezioni nella persona dell’attuale vicesindaco Abbo, proponendo un programma ambizioso di pseudo sinistra. E allora ti chiedi “ma dove sono stati in questi ultimi 5 anni? Cosa ha impedito loro di realizzare tutte quelle accattivanti, benché discutibili proposte delle quali fa bella mostra il loro programma? Dove stavano quando Imperia figurava fanalino di coda quanto ad occupazione giovanile e a qualità della vita? Quello che si ripresenta, vestito a nuovo, è un centro sinistra che è esempio eloquente di quel processo di destrificazione che ha reso politicamente poco significante la Sinistra in Italia. C’è poi sinistra in comune, versione in salsa imperiese del noto cartello elettorale LeU che ha da tempo smarrito il coraggio di esprimere proposte che possano definirsi autenticamente per il Popolo e soprattutto dal Popolo condivise. Infine il Movimento 5 stelle che pare viva di una apprezzabile rendita guadagnata alle ultime elezioni. Potere al Popolo rappresenta l’elemento di novità a partire dal Programma, democraticamente condiviso attraverso la discussione nelle assemblee.

Molti imperiesi e gli stessi media si sono domandati e hanno domandata perché mai la Sinistra si è presentata separata? Che dire? Per separarsi occorre essere stati uniti.

Potere Al Popolo Imperia è stata la prima lista a presentare i 32 candidati alle elezioni amministrative ed ha raccolto più di cento firme rispetto a quelle necessarie, un successo in linea di continuità con l’attività svolta anche nel corso della campagna politica per le elezioni legislative. Quale spiegazione dai di questo primo feed-backpositivo con la popolazione, e in che modo si è caratterizzata l’attività fino ad ora svolta per le amministrative?

Potere al Popolo, nonostante quello da molti e discutibilmente definito un risultato deludente, non ha mai smesso di dialogare e di agire sul territorio dopo le elezioni politiche di marzo e ha scelto di proseguire quel cammino iniziato presentandosi alle elezioni amministrative, con un progetto politico condiviso vissuto e costruito attraverso la discussione politica talora serrata svolta all’interno delle assemblee cui ha preso parte attiva Rifondazione Comunista, che già da tempo condivideva quello che considerava un progetto politico credibile e dignitoso. Rifondazione comunista ha reso disponibile la sua sede e garantito l’appoggio dei suoi iscritti. La discussione promossa nel corso delle numerose assemblee è stata l’occasione perché non solo si valorizzassero risorse presenti ma ne emergessero nuove , capaci di radicare quel progetto sul territorio, da lungo tempo vampirizzato dalle destre e anestetizzato dalla pseudo sinistra. E’ vero, pur riconoscendo l’impegno profuso nel ricercare le firme necessarie, in tempi oserei dire ridotti, sono state raccolte molte più firme di quante ne fossero richieste, il che è non solo segno tangibile della agibilità e sostenibilità della nostra proposta, è altresì segno di una sofferenza diffusa in tema di diritti non goduti, di lavoro, di stato sociale, di marginalità e marginalizzazione di una fetta sempre più allargata della popolazione non solo giovanile, divorata da una crisi alla quale non si è saputo e non si è voluto rispondere se non nei termini di un ulteriore taglio alle spese e nei termini di inaccettabili politiche securitarie. Per quanto riguarda l’attività che si sta svolgendo in vista della competizione elettorale quello che mi piace sottolineare è l’attenzione che abbiamo voluto dedicare al pregevolissimo patrimonio associativo che la città di Imperia vanta che generosamente da tempo è impegnato a compensare le innumerevoli mancanze e latitanze della politica. Riteniamo che l’associazionismo rappresenti il terreno dove potrà essere praticata una delle più interessanti, seppur politicamente delicata, esperienze di Potere al Popolo: il mutualismo. La nostra attenzione all’associazionismo risponde all’interesse riposto a livello programmatico per tutto ciò che è Cultura. La Cultura, della quale le numerose associazioni, comitati, sodalizi sono eloquente e generosa espressione, è nel nostro programma non una scelta politica ma la scelta politica.

Due caratteristiche marcano profondamente l’esperienza di Potere Al Popolo di Imperia, la prima è la capacità di avere coagulato un tessuto associativo vivace attorno ad un progetto politico, la seconda il protagonismo femminile che ha animato questa esperienza, puoi parlarci di questi due aspetti importanti?

Le associazioni hanno accolto con favore i temi qualificanti e significativi dai noi proposti e molto di più hanno colto la nostra volontà autentica di stare in ascolto e di essere dialoganti al fine non solo di condividere ma anche e soprattutto di ritrovare ulteriori e produttivi elementi atti a migliorare non solo la nostra presenza sul territorio ma anche l’offerta politica. L’altro segno politico positivo e decisivo è dato dal protagonismo femminile. Si tratta di un protagonismo che non ha nulla a che fare con le quote rosa, logica che non ci appartiene, è piuttosto il segno tangibile di un progetto plurale autenticamente democratico e svincolato da logiche discriminatorie legate al genere e al sesso.

Una delle spade di Damocle che si abbatte sulle capacità di spesa di qualsiasi amministrazione è il “Patto di Stabilità”, derivazione di quell’obbligo di pareggio di Bilancio a livello nazionale, introdotto con un vero “golpe” giuridico modificando l’articolo 81 della Costituzione, per cui Potere Al Popolo sta raccogliendo le firme per un referendum abrogativo. In Italia solo la giunta partenopea ha apertamente “sfidato” questo Dicktat e posto con forza il problema, in che modo Potere Al Popolo vuole affrontare questo nodo centrale della governance locale?

La nostra proposta, più volte riferita nel corso dei dibattiti, è il Bilancio Sociale e Partecipato, istituti che fanno capo alla normativa vigente e sono stati introdotti nel nostro ordinamento, per promuovere, in accordo con il dettato costituzionale, esigenze fondamentali e reclamate dai cittadini di trasparenza amministrativa e democrazia partecipativa. Tuttavia il nostro programma, accogliendo le indicazioni contenute nel programma nazionale di Potere al Popolo, non si limita a realizzare una riforma del bilancio comunale, fondata sull’applicazione del principio di rendicontazione sociale e sull’introduzione di forme istituzionali di partecipazione popolare al processo democratico di formazione delle scelte da farsi nell’ambito dell’Ente, ma anche e soprattutto di promuovere una critica di fondo ad una logica sistemica che, servendosi dei vincoli di bilancio è tesa a comprimere sempre più lo Stato Sociale locale e le prestazioni pubbliche nei servizi, privilegiando le politiche comunali di privatizzazione e di esternalizzazione di funzioni e attività nei diversi settori: da quello educativo a quello socio-assistenziale, da quello tributario a quello socio-assistenziale. In tale senso il Bilancio sociale e partecipato non solo servirebbe a determinare un più virtuoso processo di allocazione delle risorse, poiché ai cittadini è riconosciuto il diritto di parola, solitamente negato da un sistema decisionale di Palazzo che opportunamente predilige l’opacità alla trasparenza, ma alla lunga favorirebbe anche la maturazione di una diversa determinazione a mettere in discussione e a respingere alcune compatibilità di bilancio e a farsi carico di scelte amministrative diverse.

Il comune di Imperia è sempre più per le fasce giovanili un punto di partenza e di non ritorno a causa delle scarse possibilità occupazionali e di un modello di sviluppo che – sacrificando il tessuto produttivo industriale e agricolo locale – ha puntato molto su un turismo da “città vetrina” schiavo della speculazione edilizia e della cementificazione del Littorale, quali sono le proposte di Potere Al Popolo che affrontano queste tematiche a livello cittadino?

Le proposte di Potere al Popolo sono, per quanto riguarda la dimensione dell’Istruzione e della Formazione che il Comune ridefinisca il ruolo e le prerogative di Comune Capoluogo nel Polo Universitario proponendovi un’offerta formativa compatibile con le peculiarità del territorio; realizzi, presso il Museo del Mare, un Centro Scientifico Internazionale per la ricerca e lo studio sulla salvaguardia della biodiversità locale; si adoperi alla realizzazione di un Ostello Internazionale della gioventù.

Per quanto concerne la politica occupazionale ci impegneremo nel riproporre il distretto agro-alimentare, quindi sostegno alle attività ittiche e pescherecce attraverso la riqualificazione e valorizzazione del porto commerciale di Oneglia, ridefinendone le strutture di servizio e gli spazi. Ci impegneremo per il rilancio del porto medesimo come nodo di interscambio per il piccolo cabotaggio di merci quale alternativa al trasporto su gomma, per lo sviluppo di adeguate infrastrutture al fine di potenziare le attività connesse alla cantieristica da proporsi anche presso il porto turistico della città, per il recupero e la valorizzazione delle attività tipiche dell’entroterra. Rientra inoltre tra le nostre priorità l’attuazione di una prassi politica che rispetti le valenze turistiche del territorio consentendone una fruizione intelligente e compatibile perché il turismo non ha una valenza puramente mercantile è piuttosto occasione di crescita di ben-esser civile, educativo ed economico della comunità. Riteniamo infatti che se le politiche sull’ambiente- strategia RIFIUTI ZERO- sull’Urbanistica- strategia STOP CEMENTO- ovvero stop al consumo ulteriore di suolo, sul turismo, sullo sviluppo economico, sulla viabilità e sulla mobilità con finalità di decongestionare il centro e garantire una mobilità eco-compatibile, siano agite in modo sinergico, le ricadute occupazionali non possono mancare. Potere al Popolo intende inoltre ridefinire le competenze assessorili in tema di politiche del lavoro e attività economiche al fine di contrastare le disuguaglianze e i fenomeni di precarizzazioni indotti da una deriva ultimamente ancor più in chiave neoliberista e mercantilista.

Una parte importante del programma è dedicata “agli ultimi”, in una Regione in cui alcune amministrazioni stanno sempre più spingendo per punire la povertà senza contrastarla, magari sottraendo dalla vista dei turisti o degli abitanti più facoltosi delle città quella sacca di malessere trasversale che va dagli anziani soli che rovistano negli scarti di frutta e verdura dopo il mercato ai migranti che a pochi kilometri, a Ventimiglia, vengono trattati come non-persone. Puoi descriverci come si vuole caratterizzare Potere Al Popolo riguardo al fenomeno delle “nuove povertà” e come contrastarle attraverso un sistema di welfare locale inclusivo?

Potere al Popolo nella città di Imperia intende condurre la sua battaglia contro la povertà e non contro i poveri e considera la lotta alla povertà un elemento programmatico prioritario, pertanto i bisogni materiali dei ceti più deboli, dei soggetti maggiormente svantaggiati che soffrono i morsi della crisi rappresentano la questione madre che dirige e decide i contenuti delle decisioni e degli interventi anche in chiave mutualistica in tema di politiche attive di potenziamento dei servizi socio-assistenziali al fine di contrastare disuguaglianze e discriminazioni ultimamente vergognosamente palesi, effetto di politiche neoliberiste e populiste che producono sempre nuove ed ulteriori povertà. Potere al Popolo si oppone vigorosamente al tentativo o forse meglio dire proponimento di etichettare come persona che compie un illecito, chi mendica, perché la povertà non è un reato da punire con sanzioni e divieti, perché le persone povere non sono soggetti fastidiosi la cui presenza per le strade compromette la rappresentazione di “città cartolina” che non poche e recenti normative nazionali e locali sostengono, disattendendo la sentenza n. 519 del 1995 e n. 115 del 2011 della Corte Costituzionale secondo le quali la mendicità non può essere oggetto di azioni repressive se limitata alla semplice richiesta di aiuto. Non è con le politiche securitarie e repressive, che solitamente colpiscono le vittime, che si risolvono problemi sociali che, conseguenza di scelte politiche scellerate e neoliberiste. Occorrono scelte coraggiose che partano da lontano, dalla riforma del regolamento del Consiglio Comunale che restituisca una migliore agibilità all’Assemblea civica e ai consiglieri, quindi un decentramento dei servizi a favore dei quartieri periferici e delle fasce svantaggiate, mantenendo e riqualificando in house i servizi comunali. Intendiamo implementare il sistema locale di accoglienza e inserimento sociale, rafforzando la rete di collaborazione tra il Comune e il sistema educativo-formativo-occupazionale e coinvolgendo le associazioni sportive-ricreative e il mondo del volontariato. Prevediamo posti letto, pasti gratuiti nelle Residenze Protette esistenti sul territorio, per persone senza dimora o in condizioni di indigenza; convenzioni con le associazioni di volontariato ed esercizi commerciali contro lo spreco alimentare e quindi il suo recupero.

Potere Al Popolo imperiese si sta caratterizzando per una attenzione particolare alla “cura del territorio” ed il tema dei beni comuni, sviluppando iniziative che puntano sul protagonismo dei cittadini per rendere maggiormente vivibile la città come l’iniziativa di “rivitalizzazione” del Parco Urbano del 12 maggio, puoi spiegare meglio questo aspetto?

La cura del territorio e il tema dei beni comuni caratterizzano fortemente la proposta politica che Potere al Popolo presenta in occasione dell’imminente competizione elettorale, temi quelli domandati che si inseriscono in un progetto di svolta rispetto alle politiche in atto nella direzione di una rinnovata concezione della democrazia progressiva e di un’alternativa di società fondata sulla riconquista dei diritti frutto di grandi battaglie di civiltà. Il senso del messaggio complessivo che si evince dal nostro programma è quello del Diritto alla Città, diritto a vivere la città come bene comune, attraverso l’esercizio di diritti fondamentali che proprio il Comune deve concorrere ad assicurare alle persone, a cominciare da quelle più deboli, e alle formazioni sociali e la restituzione agli stessi soggetti di quei diritti che gli sono stati sottratti o compressi per effetto di tagli indiscriminati e privatizzazioni sempre più estese e profonde. L’iniziativa di rivitalizzazione del Parco Urbano, fortemente voluta, si colloca proprio all’interno di questa prospettiva. Volutamente si è scelto il Parco Urbano, propaggine di quella mostruosa speculazione edilizia che è stata il Porto Turistico e che in quel tempo la Destra avrebbe voluto essere un campo da Golf privato. Una lunga e difficile battaglia della opposizione consiliare e dei cittadini ne ha ottenuto uno spazio comune sul mare in un contesto ambientale invidiabile. Il degrado in cui versa il parco e la spiaggia sottostante è sotto gli occhi di tutti, pertanto Potere al Popolo con quell’iniziativa intende lanciare il messaggio che quello spazio deve ritornare ad essere fruibile e decoroso per i cittadini. Si è inteso riferire alla cittadinanza che occorre niente altro che una semplice manutenzione delle attrezzature, fontanelle d’acqua a risparmio idrico, panchine, cestini dei rifiuti svuotati. Occorre realizzare sul lato ovest del depuratore una piccola superfice boscata con alberi in grado di assicurarne anche la fruizione estiva. Abbiamo inteso dire alla città che questo non è impossibile né costoso e che è un atto teso a restituire dignità ad un tessuto urbano che le amministrazioni dell’ultimo ventennio hanno progressivamente compromesso e gravemente deteriorato.

Come si caratterizzerà l’attività di Potere Al Popolo durante le prossime settimane di campagna elettorale?

Abbiamo messo in cantiere molte attività tese a divulgare i capitoli tutti ugualmente prioritari e significativi del nostro Programma. Intendiamo avviare una discussione sui temi e sui bisogni con tutte le Associazioni di volontariato, i comitati e i sodalizi presenti sul territorio imperiese al fine di condividere alcune parti salienti del Programma, ma soprattutto al fine di ascoltarne i bisogni, condividerne la quotidianità ed eventualmente intercettarne ulteriori e significative domande. Le attività in cantiere e quelle ulteriori immaginate e costruite strada facendo, sono oggetto delle nostre Assemblee convocate a cadenza settimanale e aperte a tutti i cittadini interessati a partecipare. Intendiamo produrre approfondimenti in merito ai singoli capitoli del nostro programma e promuoverne la conoscenza attraverso comunicati stampa e conferenze che verranno tenute dalla Candidata Sindaca e dai singoli membri della lista compatibilmente con i saperi che ciascuno è in grado di mettere a disposizione, questo per trasferire il messaggio che Potere al Popolo è contrario a logiche leaderistiche, predilige democraticamente le singole voci ovvero intende con l’esempio restituire dignità alla pratica della democrazia quella dal basso, quella che si fa nel e attraverso il conflitto, lasciando che tutte le voci presenti in Assemblea abbiano uguale diritto di cittadinanza.

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