L’assurda barriera assurda delle 500 firme; la rete consolare ridotta ai minimi termini; l’abbandono delle istituzioni. Per gli emigrati la partecipazione al processo elettorale e’ utopia.
Le assemblee territoriali della lista “Potere al Popolo”, che si sono formate in diverse città europee (Londra, Bruxelles, Madrid, Barcellona, Berlino, Marsiglia, Parigi, solo per citarne alcune) e che sono impegnate nella raccolta firme per la Ripartizione Europa della Circoscrizione Estero, denunciano la gravissima emergenza democratica che sta caratterizzando il processo per l’esercizio del voto degli Italiani emigrati.
La legge elettorale assume, nella specifica declinazione per i collegi riservati ai connazionali residenti in altri paesi, i connotati di un insormontabile ostacolo alla partecipazione ed al pluralismo, costituendo, di fatto, una clausola di garanzia per i partiti di regime.
La necessità, per le forze politiche non rappresentate in parlamento, di raccogliere dalle 500 alle 1000 firme da parte di iscritti AIRE per Ripartizione (equivalenti, di fatto, allo 0.2% dei votanti alle ultime consultazioni); la possibilità di autenticare le firme esclusivamente presso gli uffici notarili dei consolati; l’esclusione dai processi di autenticazione di consolati onorari e COMITES; una rete consolare ridotta ai minimi termini, con uffici ormai dislocati quasi esclusivamente nelle capitali e orari d’apertura limitati a due o tre ore al giorno, proibitivi per lavoratori e lavoratrici: queste le condizioni nelle quali “Potere al Popolo” si e’ trovata ad operare al fine di poter proporre la propria presenza alle prossime elezioni generali.
A nulla sono valsi gli inviti rivolti alle istituzioni consolari, in diversi paesi, al fine di favorire la partecipazione democratica degli emigrati italiani tramite l’invio di messi consolari in sedi decentrate. Ad esempio, nel Regno Unito, un folto gruppo di sostenitori della lista localizzato nel Nord dell’Inghilterra (tra le grandi città di Liverpool, Manchester, Sheffield e Leeds), si e’ trovato (dato il rifiuto del console di concedere un delegato in una città a scelta tra queste) impossibilitato ad esprimere il proprio sostegno a “Potere al Popolo”, a meno di affrontare, a proprie spese, un lungo e costoso viaggio per la capitale, sacrificando inoltre almeno una intera giornata di lavoro. Simili situazioni si sono verificate in diversi paesi europei, dove i consolati, immaginiamo per volonta’ politica dei consoli, hanno spesso adottato atteggiamenti poco collaborativi di fronte alle richieste di aperture straordinarie o di pubblicità della possibilità di sottoscrivere le liste. A Londra, poi, è accaduto che il consolato abbia unilateralmente deciso di chiudere la raccolta firme mercoledì 24, sebbene non vi sia alcuna previsione di legge in tal senso e i termini siano in realtà ben più avanti (29 gennaio). Addirittura, a Berna, Belgrado, Barcellona, Mosca e Parigi, a causa di mancanza di personale, diversi sostenitori della lista recatisi appositamente in consolato durante il normale orario di apertura non hanno potuto sottoscriverla! E chi ce l’ha fatta, ha dovuto aspettare in alcuni casi più di un’ora e mezza di fila, perché non c’è uno sportello apposito per la raccolta firme!
Una vicenda triste, che ricorda a noi emigrati la nostra natura. Quella di “abbandonati e sfruttati”: dal nostro paese di provenienza, che si dimentica di noi sino a negare, di fatto, i nostri diritti politici con la sua assurda burocrazia; dai paesi nei quali risiediamo, per i quali, spesso, non siamo altro che forza lavoro a buon mercato priva della possibilità di incidere nei processi decisionali. Ma questa vicenda porta anche alla luce, per l’ennesima volta, le immense carenze strutturali della rete consolare italiana e dei servizi per i residenti all’estero. Facendo volantinaggio ai consolati in tutta Europa in questi giorni abbiamo toccato con mano le code lunghissime, le liste di attesa interminabili, i rimpalli continui da uno sportello all’altro. Tagli, mancanza di risorse, infrastrutture obsolete e inadeguate fanno si’ che anche i funzionari consolari piu’ ben disposti siano in grado di garantire solo un servizio minimo, ridotto all’osso e spesso dunque inadeguato. E questo va a discapito dei diritti di tutti gli italiani all’estero – in primis il diritto alla partecipazione democratica alle elezioni!
Che si raggiunga o meno la soglia delle 500 firme necessarie per presentare la lista di Potere al Popolo nella Ripartizione Europa, una cosa e’ dunque certa: la lotta per i diritti di cittadinanza e di partecipazione per tutti gli italiani emigrati all’estero, contro lo smantellamento progressivo della rete consolare e per una radicale trasformazione dell’AIRE e dei servizi di supporto per gli italiani all’estero sarà certamente un punto centrale del lavoro politico dei tanti gruppi di Potere al Popolo che stanno nascendo in tutta Europa.
Nel frattempo però invitiamo tutti i connazionali iscritti all’AIRE che si trovino in condizione di recarsi nelle sedi consolari a fare uno sforzo per andare a firmare per sottoscrivere le liste di Potere al Popolo per la circoscrizione Europa entro giovedì 25; supportando così il diritto di partecipazione democratica, per dare una voce a tutti quelli a cui, ancora una volta, e’ stata negata la possibilità di intervenire nel processo democratico del nostro paese.