Cari compagni e care compagne con un po’ di emozione per prima cosa vorrei ringraziare chi in queste settimane ha girato il paese in lungo e in largo per contribuire alla costruzione di quasi 90 assemblee locali nelle quali abbiamo dimostrato che “Noi ci siamo !” Perciò Grazie Viola, grazie compagni! il vostro sogno sta diventando questa nostra bellissima realtà.
di Andrea Ferroni Portavoce nazionale Giovani Comunisti/e
Mi concentrerò su che tipo di percorso immagino per questa avventura: un percorso inclusivo ed unitario. Dove unità non è da intendersi come accordo fra apicali di qualsiasi natura ma, bensì, come un percorso che sappia mettere in relazione tutte quelle soggettività che in questi anni hanno lottato e resistito per l’Alternativa e che, oltre a ciò, sappia dare spazio a chi in questo paese tutti i giorni si batte per continuare a tenere aperti spazi di aggregazione, cultura, sport popolare. Insomma dai centri culturali alle polisportive. Insomma chi è di sinistra ma non è cosciente di esserlo ! Per essere chiari un progetto che sappia coinvolgere e rappresentare quelle persone che con il loro impegno, animano le realtà sociali, contrastando con il loro agire l’ininterrotto attacco portato avanti in questi anni contro stato sociale e beni comuni!
Con lo stesso metodo che ho avuto il piacere di apprendere, capire e praticare ormai da anni sul terreno del mutualismo ovvero, la “pratica dell’ obiettivo”. Pratica che abbiamo iniziato a sperimentare dal 2008 ad oggi con l’apertura dei primi Gruppi d’acquisto popolari, delle librerie popolari, delle aule studio fino alla pratica della solidarietà attiva in emergenza. È proprio sul terreno del mutualismo che abbiamo imparato, mettendoci in gioco direttamente, non solo la capacità di uscire dai propri steccati per il raggiungimento del fine comune ma, soprattutto, l’importanza di ridare credibilità all’agire politico. Credibilità che la politica può riconquistare solo se intesa come strumento concreto per il miglioramento delle condizioni materiali di tante donne e uomini! Insomma solo se intesa nel suo senso più nobile, quello di servizio. In tale ottica le organizzazioni che aderiscono a questo progetto devono mettersi al servizio importante, che rappresenta tutte le lotte, le pratiche e l’impegno in questi anni manifestate anche dai Giovani Comunisti. Per questo abbiamo aderito sin dall’inizio e continueremo con la nostra militanza ad impegnarci affinché questo progetto e questa comunità politica possa crescere e cambiare lo stato attuale delle cose
In un contesto così delineato diventano fondamentali le parole che saremo in grado di utilizzare, il programma che ci caratterizzerà, le pratiche con cui agiremo, l’immaginario che metteremo in campo. Tutto questo dovrà essere fruibile, chiaro, credibile, militante ma, sopra ogni altra cosa, utile al miglioramento delle condizioni materiali delle persone; sapendo coniugare ambizione radicale e spirito popolare, conoscenze precise e pratiche riconoscibili!
Dico questo perché solo una simile ambizione può aggregare intorno a questo progetto quella generazione, la nostra generazione, che il 4 dicembre andò a votare per l’ 80% no al referendum – e di certo non solo con la coscienza di salvare la democrazia o il senato ma soprattutto per manifestare la propria rabbia contro questi anni di politiche neo-liberiste!- E solo tali pratiche possono riportare alla partecipazione ed ad un possibile voto quelle generazioni che avevano creduto e sperato nella Sinistra e poi hanno visto tradito la loro speranza. Tradimento che si è manifestato attraverso quel processo costante di precarizzazione e privatizzazione che ha visto impegnati i governi dei ultimi anni e rispetto al quale il centro-sinistra non è stato semplice silente spettatore (legge Biagi, riforma Gelmini, Moratti, legge Bossi-Fini ecc..) ma complice attivo ( Pacchetto Treu, Decreto Bersani, Buona Scuola,Art. 18, Jobs Act, Legge Fornero, Voucher ). Lo sfracello sociale ed umanitario portato da questa ventennale esperienza è sotto gli occhi di tutti e non può più essere tollerato da chi come noi ogni giorno ne paga sulla sua pelle le conseguenze. Per questo io credo che il nostro progetto politico possa essere riassunto in tre frasi semplici ma ricche di pratiche e contenuti: “Ripartire dai bisogni! Ridare voce a chi non ha più voce! Ridare speranza a chi non ne ha più!”
E concludo con una follia in più: tutti quelli che ho sentito prima di me su questo palco non vedono le elezioni come il fine ma come un passaggio obbligato che noi sapremo superare insieme. Noi sappiamo che il nostro obbiettivo, il nostro dovere e la nostra ambizione è quella di ricostruire, tutte e tutti insieme, un’ area culturale e politica marcatamente Antiliberista nel nostro paese! E per fare ciò non possiamo fermarci a Marzo ma dovremo essere pronti a continuare uniti le nostre lotte!
“Se si sogna da soli è solo un sogno se si sogna insieme è la realtà che comincia.”
La Rivoluzione!