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[Genova] La trattoria è sociale, ma non con i dipendenti

Molti genovesi hanno conosciuto negli ultimi anni la Trattoria Sociale di Vico Mele, a detta dei
proprietari un luogo di solidarietà e inserimento lavorativo per persone in difficoltà, un presidio
sociale in un quartiere considerato “complicato”.
Per questi motivi non sono mancati gli applausi istituzionali, e per rimarcare la vicinanza al progetto
hanno cenato nella trattoria, tra gli altri, l’assessore alla sicurezza Garassino, il procuratore Cozzi, e
il questore Sergio Bracco.
Ma chissà se tra una fotografia ed una stretta di mano qualcuno si sia domandato delle condizioni di
vita e di lavoro di chi serviva ai tavoli e di chi stava in cucina.
Noi ce lo siamo chiesti e grazie ai lavoratori che hanno deciso di alzare la testa e che si sono rivolti
al nostro sportello lavoro siamo arrivati ad una amara conclusione: la Trattoria Sociale sfrutta i
lavoratori, esattamente come la maggior parte delle omologhe attività del settore.
La Trattoria Sociale non paga i suoi dipendenti e lo ha fatto sistematicamente: ci saremmo aspettati
un po’ di più da chi continua a promuovere il suo lavoro come solidale. Peggio ancora se si sfrutta
l’occasione per assumere persone che in quel momento sono in difficoltà, disposte a tutto pur di
lavorare. Evidentemente nella loro logica bisogna essere disposti anche a lavorare gratuitamente?
Noi non ci facciamo ingannare da chi parla di solidarietà e non paga i dipendenti.
 Da mesi attraverso il nostro sportello stiamo raccogliendo le segnalazioni dei lavoratori di un settore, quello
della ristorazione, che si basa su uno sfruttamento sistematico dei dipendenti, su forme di contratto
iper-precarie, sui falsi part-time, sugli straordinari (obbligatori) non pagati e su un livello generale
dei salari in ogni caso molto basso.
La Trattoria non ha fatto nulla per distinguersi in questo settore, anzi lo ha fatto con l’inganno e le
false promesse di una realtà lavorativa che a parole dice di essere diversa.

Per questi motivi faremo la nostra parte nel sensibilizzare ancora di più i lavoratori sui loro diritti, aiutandoli nel supporto legale e sul piano politico affinché le loro rivendicazioni  non rimangano isolate.

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