Liguria

[Genova] A difesa della salute e del lavoro

Martedì 15 maggio ore 17,30 dalla Stazione Marittima. Parteciperemo alla manifestazione indetta da cittadini e associazioni contro le nocività ambientali. In foto il retro del volantino. Di seguito il testo che distribuiremo
Nessun ricatto tra lavoro e ambiente

La nostra città vive, come altri luoghi in Italia, la caratteristica di avere abitazioni a stretto contatto con attività industriali. Ciò è particolarmente evidente nel ponente e in Valpolcevera, dove sono presenti attività molto inquinanti che creano grossi problemi alla salute causando malattie anche gravi. Proprio in quelle zone ha colpito la deindustrializzazione (dovuta soprattutto all’abbandono delle attività industriali per la ricerca del maggior profitto per i padroni ) che lascia la città con grossi problemi a livello lavorativo e con elevati tassi di disoccupazione giovanile. Ancora oggi, il Porto e le attività navali (che sono un baluardo lavorativo da difendere a tutti i costi) si trovano accanto a zone densamente abitate. I dati epidemiologici dimostrano che in queste zone della città l’inquinamento colpisce duramente la qualità di vita con un aumento della mortalità e dell’incidenza di malattie anche gravi, rispetto alla media cittadina.

Noi pensiamo che occorra reagire ma riteniamo che il ricatto tra lavoro e ambiente sia sbagliato e che faccia solo il gioco dei padroni. Gli scarichi delle navi nel porto o nelle riparazioni colpiscono indiscriminatamente i cittadini dei nostri quartieri ma in primo luogo i lavoratori stessi. Avere lavorazioni più pulite è un problema che riguarda tutti. Non è possibile quindi separare le questioni: non si può perdere nemmeno un posto di lavoro (anzi è opportuno crearne di nuovi) ma non si può neppure tollerare che i padroni e gli armatori continuino a non rispettare le norme di sicurezza, che non vi siano controlli sugli inquinanti, che non si creino impianti di copertura, che non si proibisca l’uso di carburanti nocivi, che non si discuta di elettrificazione delle banchine.

Le ripetute denunce dei cittadini non hanno scalfito ne la giunta di centrosinistra ne quella attuale. Per loro il problema non esiste e non va affrontato. Altri parlano di ricollocazione degli impianti in posti improbabili, norme inutili in quanto spostano solo i problemi senza affrontarli e servono solo a creare nuovi abbandoni industriali e nuova disoccupazione.

Oggi è possibile conciliare il diritto al lavoro e alla salute. Basta applicare le norme che permettono di monitorare le emissioni e di utilizzare le banchine elettrificate o carburanti a basso impatto ambientale. Per farlo occorre combattere la logica del profitto a tutti i costi che impone solo nuova disoccupazione, condizioni di lavoro terribili e disastri alla salute e all’ambiente nelle zone popolari, mentre i ricchi e i padroni vivono nelle zone “nobili” dove l’aria e l’ambiente sono più tutelati.

Noi vogliamo lavorare e vogliamo vivere. E vogliamo farlo nei nostri quartieri dove lavoriamo e dove vogliamo costruire un diverso modo di produrre per il bene di tutti e non di pochi padroni.

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