Nell’irrefrenabile bisogno di fare emergere il suo sentire profondo, contando sulla complicità della grande stampa e sull’ottundimento postelettorale dell’opinione pubblica, Matteo Salvini questa volta ha esaltato la riduzione delle tasse per i ricchi.
È giusto che chi ha tanti soldi ne versi meno allo stato, ha detto, perché così con quello che risparmia darà più lavoro ai poveri. Dopo aver dato sfogo sui migranti alla sua anima Casapound, ora Salvini libera il Berlusconi che è dentro di lui.
In realtà nemmeno il magnate di Arcore, che grazie a Salvini guadagnerebbe decine di milioni all’anno per tasse risparmiate, era stato mai così spudorato quando rivendicava la riduzione del fisco per i più ricchi. Berlusconi aveva sempre presentato la flat tax o simili come un strumento per ridurre l’evasione fiscale: secondo lui dovendo pagare di meno i ricchi almeno avrebbero pagato. Tutto qui. Era una bufala ovviamente, ma quella di Salvini è più grande.
In lingua inglese la teoria del ministro degli interni è chiamata la “trickle down theory”. Letteralmente la teoria del gocciolamento verso il basso. Cioè più la mensa dei ricchi è piena, più gocciolano verso il basso avanzi che possono sfamare i poveri. Una teoria che nega ogni valore economico allo stato sociale e che riporta la politica ad una concezione ottocentesca del capitalismo. Che Salvini ha sposato in pieno.
Il milione di posti di lavoro promesso da Berlusconi nel 1994, torna, prudentemente senza una quantificazione, con la promessa che se Briatore e simili pagheranno un bel po’ di tasse in meno, ci saranno altrettanti occupati in più.
Una teoria barbara e stupida, totalmente falsificata dai fatti. Il reazionario ultra liberista Ronald Reagan la mise in pratica come presidente degli Stati Uniti negli anni 80. Ovviamente i ricchi ringraziarono, ma si tennero tutto quello che affluiva alla loro tavola. In compenso furono tagliate tante spese sociali pubbliche e alla fine degli otto anni reaganiani i poveri erano aumentati a decine di milioni.
La riduzione delle tasse ai ricchi nel nome del lavoro è la prima e la più sfacciata delle balle liberiste che dominano il mondo e che lo hanno portato alla crisi attuale. Salvini, dichiarando finita la pacchia per i migranti e proclamandone una ancora più grande per i ricchi, ha mostrato tutta la sua anima liberista e reazionaria. D’ora in poi chi ancora lo difende nel nome del popolo non potrà più in alcun modo essere considerato in buona fede.
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