Il 19 gennaio in Francia sono scese in piazza 2 milioni di persone. Si, avete capito bene, 2 milioni, che hanno scioperato contro l’innalzamento dell’età pensionabile da 62 a 64 anni e un’anzianità lavorativa minima di 43 anni. Le percentuali di sciopero sono state massicce in tutti i settori economici: una mobilitazione così non si vedeva dal 1995 (anno di un’altra storica tentata riforma delle pensioni) mentre già nuove date di mobilitazione si preannunciano. Domani ci sarà una grande manifestazione a Parigi, mentre, se il Governo non retrocederà, i sindacati ritorneranno a scioperare alla fine di gennaio.
Macron (come d’altronde fa il Governo italiano) giustifica la riforma con la necessità di evitare deficit dovuti all’invecchiamento della popolazione. Così facendo però è riuscito a riunire ampie fette di lavoratori e lavoratrici, associazioni e comitati, premi Nobel come Annie Ernaux o economisti di fama mondiale come Thomas Piketty, in un fronte di mobilitazione guidato dai sindacati e dalla Nupes, la Nuova Unione popolare.
I manifestanti chiedono il ritiro della riforma e la pensione a 60 anni e affermano che le risorse per pagare le future pensioni vanno prese nei paradisi fiscali, dalle grandi fortune francesi e abolendo i regali monetari alle imprese che ogni anno valgono centinaia di miliardi di euro. A fronte di un deficit pensionistico di 12 miliardi infatti, le ricchezze dei soli miliardari ammontano a 544,5 miliardi d’euro, 157 miliardi sono stati trasferiti durante il quinquennato di Macron alle imprese, e ad 80 miliardi annui ammonta l’evasione fiscale (dati Oxfam). Insomma, i soldi per pagare le pensioni ci sono, e sono nelle tasche di chi si è arricchito schifosamente anche durante la pandemia e la crisi energetica.
E in Italia? La situazione è per certi versi peggiore. Il Governo Meloni si sta rapidamente allontanando da quota 100 (si parla per ora di quota 103 ma solo per il 2023, in un lento e tacito avvicinamento alle soglie della Fornero) e ha già abolito il reddito di cittadinanza per oltre 400mila persone che ne avrebbero bisogno, senza nessuna introduzione di un salario minimo. Le ricchezze dei milionari italiani, l’evasione fiscale record e i regali alle imprese restano invece fuori dal mirino del Governo.
Se vogliamo difenderci dall’ennesimo attacco alle nostre condizioni di vita e di lavoro in favore dei ricchi e degli evasori, la soluzione c’è ed è sotto gli occhi di tutte e tutti noi: fare come in Francia.
DAL CORTEO DEL 7 FEBBRARIO A PARIGI