Santo Spirito è da sempre una piazza vissuta, un luogo pubblico che ha offerto le proprie scalinate a generazioni di giovani fiorentini e fiorentine. Puoi liberamente sederti su una panchina o sulle scale della chiesa e stare a chiacchera con i tuoi amici o amiche, anche se non hai un euro in tasca. Non devi essere un ricco amico di Nardella o di Renzi. Non devi essere un produttore di serie o un magnate della moda. Puoi essere tranquillamente te stesso/a: è questo il bello degli spazi pubblici.
Con il Covid il normale afflusso di persone è aumentato per via della chiusura di molti locali: Santo Spirito è diventata la piazza dove si esce la sera per prendere il fresco, sapendo già che si incontrerà qualche faccia amica. Il problema è che dopo qualche bevuta la vescica preme. E…dove la faccio? Non tutti/e sono avventori dei bar o dei locali, e succede che in preda alla necessità qualcuno scelga un vicolo in mezzo alle auto o un angolo buio, cosicché la mattina gli abitanti del quartiere si risvegliano con un tanfo insopportabile.
E’ chiaro che la cosa non può andare avanti così…
Gli abitanti che, a vario titolo, invocano un intervento del Comune, sono giustamente infuriati.
E Nardella che fa? Prima nicchia, poi se la prende con la manifestazione di Firenze Antifascista sfociata in Santo Spirito – che niente ha a che vedere con il pisciatoio – accusandola di “privatizzare” uno spazio pubblico. Come se lui non fosse il sindaco delle cene di gala su Ponte Vecchio, delle sfilate di moda in Signoria, dei banchetti nel sottopasso della Fortezza. Come se negli spazi pubblici non si possa manifestare.
Infine invoca l’intervento di più forze dell’ordine, più polizia, più controlli. Le solite finte soluzioni degli uomini di destra: trasformare i problemi sociali in problemi di ordine pubblico e sicurezza. Il problema è che la polizia in Santo Spirito c’è già, solo che è totalmente inutile.
Caro sindaco, la verità è che una vera soluzione ci sarebbe, solo che come tutte le soluzioni ha un costo, ma pensiamo che i fiorentini sarebbero ben contenti se i soldi pubblici venissero spesi bene.
- Nel brevissimo periodo, si potrebbe rendere gratuito per tutti/e il bagno pubblico in Santo Spirito che attualmente costa un euro a utilizzo e chiude solamente a mezzanotte, ovvero prima della chiusura di molti locali. Invece di appaltarne la gestione alla cooperativa, si potrebbero assumere direttamente i custodi e i manutentori, ricavandone una (vera) semplificazione amministrativa e un bel risparmio. Non era lei, caro sindaco, quello che parlava continuamente di semplificazione? Contemporaneamente, si potrebbero riaprire i bagni pubblici e le docce di Sant’Agostino, anche lasciandone la gestione alla Fratellanza militare. Sarebbe un servizio utilizzabile dagli avventori della piazza la sera, e da chi ha bisogno di lavarsi, magari perché senza fissa dimora, durante il giorno;
- Nel medio periodo, prevedere un piano di installazione di bagni pubblici gratuiti, da stabilire in collaborazione con la sovrintendenza dei beni culturali, come già avviene nelle grandi città d’arte, da Amsterdam a Parigi. Abbiamo già proposto questa soluzione in una mozione approvata dal Consiglio di Quartiere Uno per piazza Tasso, su proposta dei cittadini organizzati in comitato di quartiere (in questo caso nel Laboratorio Diladdarno), stiamo ancora aspettando che l’amministrazione Nardella la applichi. Perché non lo avete ancora fatto? Perché non avviare un iter simile su Santo Spirito?
- Infine, installare anche a Santo Spirito una postazione di operatori di strada formati alla riduzione del danno. Per dare una mano a chi ha bevuto un po’ troppo o sta male non servono i poliziotti, che non sono formati a tale scopo, ma gli operatori di strada.
Caro sindaco, la smetta di addossare i problemi a qualcun altro. A volerle vedere, le soluzioni ci sarebbero…