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FERMIAMO OGNI FORMA DI AUTONOMIA DIFFERENZIATA: BASTA CON LO STRAPOTERE DELLE REGIONI!

Domenica 20 ottobre assemblea nazionale a Roma

L’Autonomia Differenziata (AD) proposta dal Ministro Calderoli e sostenuta dal Governo Meloni è parte integrante di un programma ordoliberista. In questo quadro, la distruzione dei vincoli di solidarietà e dei diritti sociali va di pari passo con l’autoritarismo e la riduzione delle libertà collettive. Persone e territori sono spinti in una competizione sfrenata, promuovendo la supremazia del mercato e del profitto privato sull’interesse pubblico e sui diritti sociali. Il potere viene gestito in modo sempre più liberticida, a garanzia di un ordine fondato sul profitto.

Per queste ragioni, l’AD non può essere analizzata isolatamente: va combattuta insieme al progetto di premierato, al ddl sicurezza e alla riforma sull’autonomia della magistratura. Queste quattro controriforme, volute da un governo che si rifà all’eredità del neofascismo, rappresentano un ribaltamento formale e sostanziale dei principi e delle regole della nostra Costituzione antifascista del 1948.

L’AD rappresenta solo il culmine di un processo di distruzione dei diritti e dell’uguaglianza sociale, che ha coinvolto tutti i governi degli ultimi decenni, senza distinzione politica. Essa è l’ultimo disastroso effetto della controriforma del Titolo V della Costituzione, voluta dal centrosinistra all’inizio degli anni 2000. Non sorprende che il percorso di implementazione dell’AD sia stato avviato proprio dal governo Gentiloni, con il sostegno sia di Regioni governate dalla Lega che dal PD.

Nonostante le dure critiche contro l’AD espresse all’indomani della legge 86/24, cinque Regioni governate dal centrosinistra hanno chiesto l’abrogazione parziale della legge, votando sia per l’abrogazione totale che per la cancellazione di alcune parti. Tuttavia, la differenza è netta: i quesiti parzialmente abrogativi accettano l’impianto della legge, apportando solo correttivi marginali, così legittimando il piano di smantellamento regionale. Al contrario, il quesito per l’abrogazione totale rifiuta l’intero impianto della legge, segnando una chiara opposizione.

Noi sosteniamo solo il referendum per l’abrogazione totale. Dividere il fronte abrogativo tra quesiti totali e parziali favorisce solo il NO della destra e del governo, rendendo più difficile raggiungere il quorum per l’abrogazione e la vittoria dei SÌ.
Non esiste un’autonomia differenziata “cattiva” della destra e una “buona” del PD: tutto il sistema di regionalizzazione dei diritti deve essere messo in discussione. A partire dalle riforme costituzionali imposte dal 1999 ad oggi, questi strumenti si sono rivelati funzionali solo alla dismissione e privatizzazione dei servizi pubblici, senza apportare alcun miglioramento democratico. Anzi, hanno accentrato poteri burocratici a discapito dei comuni e delle comunità locali.

Durante la pandemia, abbiamo subito il disastro di 20 sistemi sanitari regionali separati. I governi regionali si sono dimostrati subalterni ai potentati economici e agli affari, con casi eclatanti di corruzione. Le organizzazioni mafiose, già forti al Sud e sempre più presenti al Nord, non potranno che beneficiare di una frammentazione ulteriore del potere amministrativo.
La nostra campagna punta all’abrogazione totale dell’AD di Calderoli e di ogni progetto di Autonomia Differenziata, partendo dalla messa in discussione dei rapporti tra Stato e Regioni figli della “deforma” del 2001.

Crediamo sia fondamentale riportare tra le esclusive competenze statali quelle materie che maggiormente incidono sul godimento sostanziale dei diritti fondamentali e della dignità di ogni persona:

  1. Sanità: Ripristino di un servizio sanitario nazionale pubblico, unico e uguale per tutto il Paese, con poteri di controllo democratico territoriale, come previsto dalla riforma degli anni ’70.
  2. Istruzione: Scuola pubblica unica per tutto il Paese, compresa l’istruzione tecnica e professionale, oggi appaltata alle associazioni imprenditoriali. Proponiamo anche l’abolizione dell’autonomia scolastica.
  3. Lavoro: Contratti e salari uguali in tutto il Paese, con il rifiuto delle “gabbie salariali”. La tutela della sicurezza sul lavoro e dell’ambiente deve essere affidata allo Stato, con il controllo delle comunità locali.
  4. Programmazione economica: Le decisioni sulle opere pubbliche devono essere vincolate non dalle Regioni, ma dalle comunità locali, attuando un modello di autonomia “controllata” come originariamente previsto dalla Costituzione.

Sottrarre potere alle burocrazie regionali e restituirlo alle comunità locali e ai comuni è la base per ridefinire una gestione democratica del welfare e dello Stato sociale.

Le questioni menzionate non sono, sia chiaro, le uniche materie su cui dobbiamo confrontarci e attivarci per contrastare la regionalizzazione e la negazione dei diritti che essa comporta. Assumono autonoma rilevanza, innanzitutto, la questione ambientale—che non può essere soggetta alla frammentazione amministrativa—e il diritto all’abitare. È fondamentale che il sistema dell’edilizia residenziale pubblica torni ad essere regolato e finanziato dallo Stato, opponendosi alla regionalizzazione che ha favorito la privatizzazione degli enti di gestione e l’introduzione di normative che hanno stravolto il diritto alla casa.

Invitiamo tutte le organizzazioni sociali, civili e politiche, nonché i militanti per la giustizia sociale, all’Assemblea che si terrà a Roma, il prossimo 20 Ottobre 2024, ore 10, presso il Nuovo Cinema Aquila, per costruire insieme una campagna referendaria per l’abrogazione totale dell’AD e per mettere in discussione le fondamenta stesse della legge Calderoli, a partire dalla riforma del 2001.

I primi promotori dell’assemblea di domenica 20 ottobre:

  1. Comitato Primo Giugno
  2. Movimento di lotta per il diritto all’abitare
  3. Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali di Genova (Calp)
  4. Centro internazionale Crocevia
  5. Per la scuola della Repubblica – odv
  6. Associazione lavoratori scuola (ALaS)
  7. CRED – centro di ricerca ed elaborazione per la democrazia
  8. Contropiano
  9. Multipopolare
  10. Unione Sindacale di Base (USB)
  11. Movimento Migranti e Rifugiati Napoli
  12. Opposizione Studentesca d’Alternativa (OSA)
  13. Cambiare Rotta
  14. Collettivo Autorganizzato Universitario (CAU)
  15. Potere al Popolo
  16. Rete dei Comunisti
  17. Resistenza Popolare
  18. Partito Comunista Italiano
  19. Patria Socialista
  20. Ex OPG je So’ Pazzo
  21. Spazio Catai Padova
  22. Circolo Agorà Pisa
  23. Genova City Strike
  24. Coniare Rivolta
  25. WILPF Italia
  26. Rete No War Roma
  27. Gruppo G.A.MA.DI.
  28. CS Nuvola Rossa (Villa S. Giovanni – RC)

Per comunicare l’adesione all’appello e/o la partecipazione all’assemblea di domenica 20 ottobre, inviare una mail all’indirizzo 1giugno2024@gmail.com

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