post voto

Fabrizio Tomaselli: Ricominciamo da 5

Mi piacerebbe intervenire nell’Assemblea nazionale di Potere al Popolo del 18 marzo ma credo che ci saranno tantissimi compagni e compagne che verranno da tutto il paese e quindi sarà difficile per tutti dare il proprio apporto in quella giornata.
Per questo motivo vi propongo ora un mio breve contributo.

Parto da due presupposti:
1. Il risultato elettorale di Potere al Popolo, pur se più basso delle aspettative di molti di noi, rappresenta comunque la base sulla quale si può e si deve rilanciare iun progetto di ricostruzione della sinistra.Tale progetto, è bene ricordarlo, era e rimane alla base dell’esperienza di Potere al Popolo che infatti vedeva il 4 marzo non come punto di arrivo ma come passaggio di un processo ben più ampio.
2. La situazione che si è creata con il voto del 4 marzo consegna uno scenario del tutto nuovo dal punto di vista degli equilibri partitici ma anche un quadro generale comunque interno alle logiche capitalistiche e alle condizioni dettate dall’Unione Europea e dalla finanza internazionale. Ciò che invece cambia è il clima generale del paese, le aspettative di gran parte del popolo italiano, un diverso approccio alla politica, una evidentissima attenzione all’immediato e al quotidiano. Tutto ciò racconta un paese disorientato ed un blocco sociale (quello a cui facciamo riferimento) diviso, confuso e orientato verso chi promette il soddisfacimento di bisogni sempre più pressanti. Ma questa condizione confusa e dinamica, deve rappresentare per noi anche una possibilità concreta di incidere e di costruire un’opzione diversa.

E allora a mio avviso, dopo l’assemblea del 18, dobbiamo lavorare su alcuni filoni fondamentali che provo qui a sintetizzare.

1. Iniziare a strutturare Potere al Popolo nel modo più efficace possibile, tenendo conto anche delle realtà organizzate presenti ma soprattutto del progetto unitario da definire. Capitalizzare immediatamente il risultato elettorale attraverso una serie di incontri e assemblee in tutto il paese. Organizzare e costruire una rete capillare di Potere al Popolo in tutte le regioni e in tutte le città che cominci a discutere non solo dei massimi sistemi ma delle problematiche del proprio territorio. Il dato organizzativo non deve cioè essere letto come un mero elemento tecnico, ma deve essere affrontato come una aspetto politico di primaria importanza.
2. Prendendo come modello il lavoro fatto dai compagni e dalle compagne dell’EX OPG di Napoli, pensare, ideare e iniziare a realizzare delle esperienze simili nel numero più ampio di città. Esportare il modello di mutualismo e partecipazione dell’EX OPG rappresenta a mio avviso uno degli elementi di novità da sviluppare immediatamente. Tale attività deve confrontarsi, interagire ed integrarsi con le esperienze già presenti sui territori, come anche con chi si è organizzato per difendere il diritto all’abitare e con il sindacalismo di classe e indipendente che già lavora nel sociale oltre che sui posti di lavoro.
3. Il tema del lavoro e la relativa questione sindacale devono essere affrontate non semplicemente dal punto di vista teorico, ma costruendo un’alleanza concreta e quotidiana con le lotte che si sviluppano sui posti di lavoro, con le organizzazioni sindacali che le organizzano. Il lavoro, nelle sue varie forme, deve quindi rappresentare il punto centrale nell’attività di Potere al Popolo.
4. Oltre al tema prioritario del lavoro è indispensabile iniziare a sviluppare la discussione sui temi lasciati parzialmente in sospeso durante la campagna elettorale, a cominciare dalla questione Unione Europea e dei rapporti a livello internazionale. Fondamentale a mio avviso è che la discussione interna su tutti i temi da affrontare non si risolva come spesso accade a sinistra con vinti e sconfitti, ma tenga conto delle sensibilità collettive, delle diverse posizioni e conseguentemente si formuli poi una sintesi che tenga conto di tutte le ipotesi scaturite dalla discussione e se necessario indichi e faccia convivere anche diverse opzioni su singoli punti.
5. Uno degli aspetti fondamentali da sviluppare immediatamente è quello della comunicazione. In questa campagna elettorale è stato fatto un grande lavoro che ha fatto conoscere Potere al Popolo a centinaia di migliaia di persone. Dobbiamo continuare a spingere l’acceleratore, soprattutto sulla rete e sui social e porci il problema di parlare sempre più con chi non ci conosce piuttosto che al nostro interno. Quindi linguaggio e messaggi chiari, semplici e diretti ripetuti nel tempo e non grandi analisi politiche, spesso incomprensibili ai più e che molte volte si rivolgono soltanto al nostro interno.

Chiaramente questo è solo un mio breve contributo che non affronta tanti temi e ne tratta altri in modo sintetico e non analitico. Non ho certo la pretesa di avere la verità in tasca come alcuni commenti “da sinistra” critici nei confronti di Potere al Popolo che ho letto in questi ultimi giorni e che spesso si rifanno ai “sacri testi” e ai “sacri simboli” … credo che oggi ci sia bisogno di analisi ma anche e soprattutto di rimettere in moto l’iniziativa, di entusiasmo e di una forte volontà di riprendersi la politica.

#poterealpopolo

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