Abbiamo sostenuto il Referendum che apriva la via all’Eutanasia Legale perchè il Diritto ad una morte dignitosa, quando le funzioni vitali sono compromesse o insostenibili per lungo tempo, rasentando l’accanimento terapeutico, ledono il diritto alla vita stessa.
Deve essere il Servizio Pubblico, con regole e condizioni rigorose, a garantire questo diritto della persona, che oggi invece viene riservato solo a chi può permettersi le costose cliniche all’estero, oppure a chi per il solito clientelismo riesce a mandare un proprio congiunto in una struttura convenzionata, perlopiù religiosa, pagata con soldi pubblici, dove si viene assistiti e mantenuti in vita artificialmente oltre l’immaginabile, lavandosi la coscienza, ma senza mai farsene davvero carico.
Il No della Corte Costituzionale, presieduta da Giuliano Amato, è dunque profondamente ingiusto, umanamente e socialmente.
E’ anche regressivo sul piano democratico perchè toglie il diritto di decidere ai cittadini, sapendo perfettamente che con questo Parlamento reazionario una legge non ci sarà mai.
Gli unici che festeggiano sono i clericali, che ancora una volta contano nella politica e nelle istituzioni molto di più del loro consenso reale.
Questa sentenza è un altro segno della regressione democratica in atto nel paese, che dopo aver smantellato brutalmente i diritti sociali, ora colpisce quelli civili, a dimostrazione che ogni contrapposizione degli uni agli altri, li fa perdere tutti e due.
E’ una sentenza ingiusta, ma continueremo la mobilitazione per il diritto alla dignità della persona anche nel momento della morte.