È finito come si poteva immaginare l’incontro per valutare la riapertura delle scuole primarie. A 11 giorni dall’ordinanza di chiusura si fa sempre più concreto il rischio che non riaprano più, senza che De Luca sia riuscito a dimostrarne gli effetti positivi sulla curva dei contagi.
Secondo Giorgio Parisi, fisico e presidente dell’Accademia dei Lincei, sono al massimo una decina i giorni necessari per vedere gli effetti di un provvedimento. Ne sono passati 11 e la curva di crescita dei nuovi positivi in Campania è rimasta stabile, anzi il ritmo con cui si impenna è aumentato, esattamente come sta avvenendo nel resto del Paese, dove le scuole del primo ciclo d’istruzione sono rimaste aperte. La chiusura non è servita a niente, anzi è dannosa proprio per la diffusione del virus.
Il presidente De Luca snocciolava ieri i dati più recenti relativi agli accessi ai pronto soccorso pediatrico di pazienti positivi al Covid: con le scuole chiuse, dove si sono contagiati? I più piccoli in casa, secondo i medici del Santobono (con sintomi per fortuna lievi); i più grandi in giro, incontrollati, a differenza di quanto avveniva a scuola, l’unico luogo in cui – lo dice sempre Parisi – è possibile tenere un controllo appena più rigoroso dei contatti. Insomma, chiudendo le scuole De Luca non solo ha fatto un danno enorme a bambini, ragazzi, famiglie, disabili (insultati dai progetti di “isolamento scolastico in presenza” che sono dei veri e propri progetti di esclusione); ha preso anche una decisione pericolosa, l’ennesima, proprio rispetto all’epidemia.
Nei quartieri popolari della nostra Regione tutti noi vediamo bambini e ragazzini passare il tempo in strada o in lugubri circoli e sale gioco: scene che fanno piangere e che riportano la Regione a pagine buie e forse mai del tutto abbandonate, quelle che parlano di un disagio minorile e di un abbandono scolastico senza pari in Europa.
Non staremo a ricordare, a proposito di Europa, che paesi con un numero molto più elevato di nuovi positivi – la Francia – non hanno mai perso un giorno di scuola; saremmo stati pronti anche ad accettare provvedimenti mirati, complessi, articolati, con una durata temporale certa, se fosse stato utile per ridurre i contagi e allentare la pressione sulla sanità pubblica.
Niente di tutto questo è vero: restiamo tra le prime regioni per nuovi positivi, l’unica in Europa con le scuole chiuse, i bambini abbandonati davanti agli schermi (con una frequenza in forte calo specialmente nei contesti cosiddetti “a rischio”), e un quadro epidemiologico in netto peggioramento. Peggio di così non poteva essere.
Stendiamo un velo pietoso su quei sindacati che hanno applaudito alla chiusura, seguendo logiche di piccolissimo cabotaggio e mostrando di aver del tutto abbandonato ogni idea di che cosa debba essere il mondo dell’istruzione.
Noi non ci arrendiamo, e saremo in piazza oggi e ad ogni prossima occasione, per ricordare a De Luca e ai suoi che stanno uccidendo il futuro di questa terra.