La “convergence des luttes” sembra essere la parola d’ordine delle lotte degli ultimi giorni contro Macron e il suo governo. Mobilitarsi su diversi fronti e attaccare contemporaneamente. Assemblee generali comuni, manifestazioni interprofessionali, scioperi e occupazioni: ecco come la Francia anti Macron cerca di organizzarsi.
Nei mesi scorsi molte categorie di lavoratori hanno alzato la voce e si sono organizzate in giornate di scioperi, presidi e manifestazioni: netturbini, personale delle case di riposo, Education Nationale, guardie penitenziarie, sindacati di Electricité De France.
Unirsi, scendere in piazza tutti insieme e canalizzare l’onda di rabbia e ribellione per mettere il potere capitalista con le spalle al muro.
Ecco perché è importante sostenere lo sciopero di lunga durata indetto dalla SNCF, mobilitarsi contro le nuove proposte di legge sull’Asilo in Francia, contro le riforme universitarie e della scuola.
A Marsiglia il 14 aprile ci saranno due momenti importanti : la mattina un presidio al Vieux Port contro la nuova proposta di legge sull’immigrazione e il diritto di asilo attualmente in discussione in parlamento. Dalle 14h sempre al Vieux Port partirà la manifestazione STOP MACRON indetta da vari sindacati (essenzialmente la CGT) e forze politiche (PCF, France Insoumise…) “per la difesa dell’industria e del servizio pubblico” (Jonathan Di Ruocco, PCF Local) e in sostegno alle varie lotte e scioperi in corso.
Potere al Popolo Marsiglia sarà presente e organizzerà inoltre una breve assemblea nel tempo di pausa tra le due manifestazioni, proprio per sottolineare l’importanza di convergere tutte le lotte in un’unica battaglia contro la privatizzazione, il capitalismo, l’oppressione dei lavoratori, in Francia come in Italia. Con la speranza che altre categorie di lavoratori marsigliesi ( ad esempio quelle del sociale, dell’educazione popolare … ) si uniscano e facciano sentire la loro voce.
Di seguito condividiamo con piacere l’intervento del compagno Guillermo Almeyra, storico militante argentino che ha deciso di dare il suo contributo a Potere al Popolo qui a Marsiglia, dove risiede. Si tratta di una lucida analisi di classe del voto e del consenso intorno a Macron, e delle possibilità di costruire un fronte ampio di opposizione sociale.
MACRON E GLI SCIOPERI
Emmanuel Macron è stato eletto col 43 per cento dei voti, ma l’astensione arrivò al 25 per cento e ci furono tre milioni e mezzo di voti nulli o in bianco. Quindi, non ha avuto se non poco più di un terzo del totale dei francesi con diritto al voto e, inoltre, molti di quelli che votarono per Macron non sono d’accordo con la sua política e appartengono alla sinistra o alla destra ma lo fecero per impedire la vittoria elettorale della fascista Marine Le Pen.
Macron governa quindi per una minoranza –i grandi capitalisti e finanzisti- ed è appoggiato soltanto da una minoranza degli elettori.
Ha una maggioranza parlamentare assoluta nelle due Camere, ma i deputati e senatori li raccolse nella destra liberale dei socialisti o nella sinistra della destra cattolica, conservatrice, sciovinista e reazionaria ma non fascista. La sua política neoliberale serve soltanto al gran capitale e tende a ridurre i salari reali e i salari indiretti (pensioni, servizi pubblici) per aumentare i profitti dei trusts francesi.
Per questa ragione si è urtato contro le forze armate, il cui comandante in capo si è dimesso, ed è resistito dai sindaci, soprattutto da quelli delle piccole comunità rurali ai quali toglie sussidi e fondi; dalle avvocati e giudici, che fanno sciopero; dalle scuole in sciopero perché toglie il sussidio necessario per avere dei bidelli, giardinieri o maestri di appoggio; dai guardiciurmi, soppracarichi di lavoro nelle carceri afollatte, i quali anche hanno fatto scioperi; dai pensionati ai quali taglia le pensioni e che manifestano; dai contadini in mobilitazione contro la política di Bruxelles-Macron; dalle infirmiere delle case di riposo per anziani sovraccariche di lavoro e impossibilitate di dare i vecchi un’attenzione umana e adeguata e dal personale degli ospedali, ai quali ha tolto fondi e non hanno quindi gli infermieri e medici in più che sono loro indispensabili.
Macro in particolare ha colpito gli operai modificando per decreto le età per andare in pensione, le indennità per licenziamenti, i rapporti coi sindacati e i diritti di questi nelle imprese. Doppo si è lanciato contro i ferrovieri, riducendo loro conquiste sindacali e cercando di spezzare i sindacati e di privatizzare le ferrovie e questi stanno facendo uno sciopero di 36 giorni (due giorni di sciopero per settimana fino alla fine di giugno) che paralizza i fretti e i trasporti di milioni di persone per ferrovia, introduce il caos nelle autopiste e strade rurali, aumenta l’inquinamento perché privilegia il trasporto su gomme, che come i camion vanno prodotti e dopo saranno rottamate col conseguente spreco di grande quantità di energía e una maggiore contaminazione nelle campagne e nelle città già fortemente inquinate.
Secondo i sondaggi ufficiali, il 62 per cento dei francesi accetta la riforma delle ferrovie, ma l’appoggio ai ferrovieri –che hanno con sé tutte le centrali sindacali- è più grande dal 48 per cento. D’altronde, gli ecologisti sono in lotta, gli studenti hanno occupato dieci facoltà (a Parigi, Nantes, Nanterre, Montpellier, Lille e altre città), tutte le proteste e mobilitazioni cominciano già a convergere coi ferrovieri scioperanti e si fanno delle manifestazioni anti Macron, come una a Marsiglia il 14 aprile.
La sinistra appoggia gli scioperi e partecipa ai cortei operai e la destra cerca di fare lo stesso ma Marine Le Pen è stata espulsa dai manifestanti. La destra gollista classica critica Macron ma non la sua política económica e sociale. La maggioranza di Macron nel Parlamento si mantiene ma comincia a sgretolarsi perché un folto gruppo di deputati ex socialista rifiuta le misure razziste e xenofobe contro i rifugiati e quelli senza permesso di soggiorno proposte dal ministro dell’Interno, anche lui ex socialista. La stampa è con Macron nella sua totalità (escludendo naturalmente i giornali dei partiti di sinistra).
In conclusione: la Francia conservatrice è con Macron ma mezza Francia sciopera, manifesta, dà il suo appoggio ai scioperanti. La situazione potrebbe cambiare da qui a maggio, ossia, al 50º anniversario del 68. Ci vuole una ampia solidarietà internazionale.