Mentre tutti i dati sulla sanità pubblica italiana ci consegnano la sua distruzione a vantaggio di quella privata, la Calabria rimane sempre più relegata agli ultimi posti per qualità dell’offerta sanitaria a conferma, purtroppo, del disastro perpetrato a danno dei cittadini dalle politiche dei tagli operati da tutti i governi degli ultimi 30 anni, tanto da negare quel fondamentale diritto dell’individuo che è la tutela della salute.
La nostra Costituzione, è bene ricordarlo, eleva questo diritto ad interesse generale della collettività al punto da garantire cure gratuite agli indigenti.
Negli scorsi giorni però abbiamo avuto la dimostrazione di come in Calabria l’articolo 32 della Costituzione della Repubblica, a qualche cittadino sia ancora garantito ma sforando il perimetro costituzionale.
Abbiamo appreso dalla stampa, infatti, che il Presidente della Giunta Regionale, Roberto Occhiuto, agendo come un monarca, ha utilizzato una struttura pubblica, qual è l’Azienda Ospedaliero Universitaria “Renato Dulbecco” di Catanzaro come se fosse di sua proprietà.
Infatti, a causa di una insufficienza mitralica severa, il Presidente ha chiamato ad eseguire il suo delicato intervento cardiochirurgico il Dott. Daniele Maselli, medico di fama nazionale, calabrese d’origine, il quale però non ha alcun rapporto di lavoro o di collaborazione con l’Azienda.
Occhiuto ha agito secondo la sua concezione della politica basata sull’arroganza del potere, sul privilegio e su rapporti sociali di classe. Della serie “io sono io e voi non siete un c.”
A lui, che è il Presidente della Giunta regionale, nonché Commissario ad acta per l’attuazione del Piano di Rientro, può essere riservato un trattamento privilegiato con tecniche all’avanguardia ed esimi luminari del settore, mentre al resto dei calabresi tutto ciò viene sistematicamente negato.
Siamo difronte ad una ingiusta disparità di accesso alle cure, se consideriamo quelle riservate alla stragrande maggioranza della popolazione calabrese.
Per dare la corretta rappresentazione dell’accesso alle cure dei calabresi riportiamo i recenti dati sulla mobilità sanitaria, meglio conosciuta come “i viaggi della speranza”.
Essa continua a crescere dopo gli anni più duri della pandemia da Covid. Il giro d’affari secondo i dati 2023 approvati di recente dalla Conferenza delle Regioni sfiora i 4,6 miliardi, in crescita rispetto ai 4,3 mld del 2022. Il fenomeno della migrazione per farsi curare fuori regioni che ogni anno coinvolge quasi un milione d’italiani conferma il suo essere endemico.
Il trend, infatti, non cambia: è sempre un esodo da Sud verso Nord. In testa c’è sempre la Lombardia con un attivo di 579 milioni, seguita dall’Emilia Romagna con 465 mln. Sul terzo gradino del podio il Veneto con 189 mln. A seguire la Toscana con 58 mln, il Molise (22 mln), la Provincia autonoma di Bolzano (1 mln) e quella di Trento con 2,8 mln. Tutte le altre 14 regioni sono in passivo.
La Calabria è in cima alla lista (-294 mln) seguita da Campania (-285 mln), Sicilia (-221 mln), Puglia (-198 mln), Lazio (-171 mln), Liguria (-99 mln), Abruzzo (-90 mln), Sardegna (-82 mln), Basilicata (-71 mln), Marche (-47 mln) Umbria (-31 mln), Valle d’Aosta (-11 mln), Piemonte (-8 mln) e Friuli-Venezia Giulia (-6 mln).
Su questa disumana e vergognosa vicenda, che lede la dignità dei cittadini calabresi, alcuni interrogativi li poniamo a coloro che hanno responsabilità nella gestione dell’Azienda Ospedaliero Universitaria, in particolare al Commissario Straordinario Carbone e al Direttore della Struttura complessa di Cardiochirurgia Mastroroberto: in base a quale legge di questo Stato è stato autorizzato l’accesso del Prof. Maselli, professionista non contrattualizzato con l’Azienda, nelle sale operatorie e in base a quali norme di legge è stato consentito allo stesso di disporre del personale dipendente dall’Azienda? Ed infine, chi ha pagato la prestazione del Dott. Maselli.
Il Presidente Occhiuto, sovente afferma quotidianamente che in sanità ci ha messo la faccia. Noi riteniamo che mai come questa volta l’ha persa. Se possiede un minimo di rispetto per i calabresi, chieda scusa e si dimetta.
Potere al Popolo! Calabria